Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Campagna Presidenziale Francese 2007

 

INTERVISTA DI JEAN JACQUES BOURDIN DI RADIO MONTE CARLO A JACQUES CHEMINADE

1 gennaio 2007

JJB-RMC: Sono le 10;44. Jacques Cheminade, buongiono!

JC: Buongiorno!

 JJB-RMC: Buongiorno, grazie per essere con noi. Lei è membro di Solidarité et Progrès; era presidente di questo movimento, poi si è dimesso per candidarsi alle presidenziali. Mi sembra di ricordare che già si candidò nel 1995...

JC: Esattamente.

 JJB-RMC: Nel 1995,… e ora ha deciso di ricominciare. Nel 1995 c’era già il sistema che prevede il sostegno dei sindaci?

JC: Sì, certamente.

 JJB-RMC: E allora riuscì a ottenere quel sostegno. E ora?

JC: Abbiamo circa duecento promesse scritte, certificate. E dalle trecento alle quattrocento di sindaci esitanti, ma che hanno reagito positivamente alla mia campagna.

 JJB-RMC: Non male, questa storia!

JC: Non male, infatti.

[...]

JJB-RMC: Jacques Cheminade, per quale motivo si candida?

JC: Sono candidato perché viviamo in un mondo in cui i poveri s’immiseriscono, e i ricchi si arricchiscono. Dislocazione sociale... distruzione della solidarietà… la signora che ha parlato degli anziani, ha ragione… E abbiamo un Paese, la Francia, che è sotto una sorta occupazione finanziaria: la Borsa di New York controlla quella di Parigi; Arcelor è stata assorbita da Mittal Steel; Total Fina, la nostra società petrolifera, è per più del 50% nelle mani di interessi stranieri: ecco l’occupazione della Francia. Poi, che cos’altro accade? C’è un sistema monetario e finanziario internazionale, che rastrella denaro con la speculazione finanziaria a favore del potere dei ricchi, e che non ne riserva affatto per gli investimenti nelle imprese, nel futuro, e nei lavoratori. Dunque un mondo ingiusto. Nessuno vuol prendersi la briga di affrontare la questione: io lo farò, dicendo: ecco, negli Stati Uniti, il voto del 7 novembre ha visto i giovani intervenire nella politica, stufi del sistema di Bush e Cheney, interessati a ritornare al sistema di giustizia sociale di F. D. Roosevelt. Io penso che in Francia, esso sia rappresentato contemporaneamente da de Gaulle e da Mendes-France. Ma non vedo altre persone che difendano chiaramente questa tradizione.

 

JJB-RMC: Come farebbe per rilanciare l’economia, e per permettere una migliore distribuzione delle ricchezze?

JC: Ah, la prima cosa da fare, è creare un nuovo ordine economico e finanziario internazionale, vale a dire delle grandi opere, come quelle cinque - delle trenta previste per l’Europa – che sole sono state sviluppate. Abbiamo visto che non ha funzionato, perché non c’è denaro a sufficienza. Ma appunto occorre ritornare al denaro orientato verso le grandi opere, verso il lavoro in genere, verso la prosperità, verso le pensioni. Come fare? Ci vuole una politica di grandi progetti per l’Europa, ma essa deve essere stabilita a condizione che i paesi europei riconoscano che il sistema attuale non è sottomesso ad alcuna legge – forse a quelle della giungla – in cui il denaro rincorre il denaro, ovunque; che decidano che questo sistema deve cessare; a condizione che la Francia prenda le redini della situazione. Ora, molti in Francia dicono: lo avevo detto… Ma che cosa abbiamo oggi? Un Nicolas Sarkozy che – in viaggio negli Stati Uniti – appoggia la politica di George Bush e Cheney, sull’Iran ma anche in generale… l’ultraliberalismo… Quando gli si parla di Pinochet, non ha commenti da fare... Quando gli si parla dell’aumento demografico, dice che occorre sterilizzare la metà del pianeta… Voilà, chi sarebbero i dirigenti! Bisogna cambiare. Segolène Royal dal canto suo esprime ammirazione per Tony Blair, e per la politica inglese, che io avverso totalmente. Bisogna cambiare tutto questo. Bisogna contemporaneamente cambiare lo stato mentale: dire che i criteri di Maastricht e il Patto di Stabilità bloccano la Francia, che potrebbe altrimenti lavorare, attuare investimenti produttivi. Bisogna ristabilire l’altro sistema. Per questo, è necessaria anche un’altra politica per l’Europa. Sì, bisogna ritornare ad un’Europa della produzione, un’Europa delle attrezzature e della macchine utensili, e un’Europa espressione degli interessi degli europei, dei lavoratori; non un’Europa per le banche, come abbiamo fatto con l’euro; non un’Europa per i funzionari del Tesoro. Secondo me, occorre tornare ad una politica di crediti produttivi, come fu fatto durante il Piano Marshall; che vi sia una banca nazionale, in Francia, che affronti questa politica in associazione ad altre banche nazionali in Europa, occorre di nuovo un ministero della pianificazione, e un tipo di moneta che sia nazionale, che io chiamo franco-politecnico (vedi http://www.movisol.org/ulse279.htm), a ricordare i grandi progetti infrastrutturali: potremo mettere insieme le monete nazionali, dentro ad un euro orientato ai grandi progetti; da questo punto di vista si potrà fare, delegando la sovranità in vista di grandi opere comuni, ma non per metterla in mano ai banchieri e agli speculatori, come facciamo invece oggi.

 JJB-RMC: Grazie, Jacques Cheminade. Posso chiederle due parole sull’istruzione, visto che Lei ha delle idee piuttosto originali anche in merito a questo tema? Lei dice che nell’insegnamento è meglio aiutare i fanciulli ad avere voglia di scoprire delle cose, piuttosto che pensare alla classificazione degli allievi.

JC: Classificazioni o formule. Bisogna ristabilire…

JJB-RMC: La curiosità… incoraggiare la curiosità dei bambini… affinché si sviluppi…

JC: Bisogna che i bambini amino lavorare insieme. Noi pensiamo che occorra apprendere a cantare, mentre si impara a leggere e a scrivere…. Il canto corale crea della solidarietà, poiché si scopre che la propria voce cambia, insieme a quella degli altri. Essa è definita dalla voce altrui… “Siamo solidali, lavoriamo insieme, ci piace!” … Dei dibattiti di filosofia sin dai primi anni di scuola, nei quali si impara ad impiegare termini specifici... Questo suppone che gli insegnanti siano presenti, e che collaborino con i genitori e con gli allievi più anziani a formare una sorta di piccola repubblica, in cui il preside è un po’ come il potere esecutivo, in cui si organizzano corsi per i genitori affinché si rendano conto di che cosa avviene nell’insegnamento, si sostengano maggiormente i più disagiati (più infermieri, più assistenti sociali, ecc.)

JJB-RMC: Grazie, Jacques Cheminade. Ricordo il vostro sito internet www.cheminade2007.org

JC: Grazie mille.

JJB-RMC: Grazie, Jacques Cheminade.

 


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