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Chi ha fermato i colloqui tra Israele e Siria?

 

24 gennaio 2007 – Il 16 gennaio il quotidiano israeliano Haaretz ha rivelato che tra il settembre 2004 e il luglio 2006 si sono tenuti colloqui tra personalità di Israele e Siria, che tali colloqui erano approvati dai governi di Ariel Sharon, prima, e di Ehud Olmert poi, e che questi sono proseguiti persino durante la prima fase della guerra in Libano nel 2006.

I partecipanti ai colloqui sono stati in grado di produrre una bozza di accordo basata su quattro “pilastri”: sicurezza, acqua, normalizzazione e confini”. La bozza non firmata conteneva le seguenti linee: 

  • La sovranità sulle alture del Golan sarebbe tornata alla Siria con confini riconosciuti da entrambi e sorvegliati da Stati Uniti e ONU.
  • Lo schema di accordo prevedeva il ritiro israeliano, la fine dello stato di belligeranza e il ristabilimento di normali relazioni diplomatiche.
  • Un trattato di pace sarebbe stato firmato al completamento dell’accordo di cui sopra.
  • Israele avrebbe mantenuto il controllo delle acque del lago di Tiberiade e del Giordano superiore, mentre alla Siria sarebbe stato garantito l’accesso a tali acque per scopi residenziali e per la pesca.
  • Sarebbe stata creata una zona cuscinetto costituita da un parco nazionale sotto sovranità siriana, a cui i cittadini israeliani avrebbero avuto accesso per visite con visti giornalieri.

 Ovviamente questo documento, preparato nell’agosto 2005, non è firmato e perciò non ha valenza legale, ma forte è il suo significato politico. Infatti le discussioni su tale accordo sono andate avanti anche durante gli attacchi israeliani in Libano nel luglio 2006 e si sono interrotte solo quando la Siria ha chiesto di innalzare il livello di ufficialità portandolo a quello di vice-ministri, richiesta negata da Israele. Proprio in quei giorni si levava la voce del vice-Presidente USA Dick Cheney che chiedeva di attaccare la Siria.

 Sia l’ufficio del Primo Ministro Olmert che il governo siriano hanno negato di essere a conoscenza di tali colloqui.

Secondo Haaretz, a mediare per l’avvio dei colloqui sarebbe stato il Primo Ministro Turco Erdogan, durante una visita del Presidente siriano Assad in Turchia nel gennaio 2004.

Le due parti avrebbero avviato i colloqui ad un livello definito “accademico”, mentre sarebbe stato coinvolto anche un diplomatico europeo, Nicholas Lang, capo dell’ufficio per il Medio Oriente del Ministero degli Esteri svizzero (ricordiamo che la Svizzera funge da rappresentante per gli USA in Iran), che si sarebbe incontrato con diverse personalità siriane, tra cui il vice-Presidente e il Ministro degli Esteri.

Un’importante fonte israeliana che ha partecipato ai colloqui, ha detto all’Executive Intelligence Review che la bozza dimostra che accordi di questo tipo sono possibili quando c’è la volontà politica.

Un’altra fonte ha invece puntato il dito sul fatto che è proprio la mancanza di volontà da parte degli Stati Uniti ad impedire che si arrivi ad un negoziato, in quanto gli Israeliani sarebbero pronti a ritirarsi dalle alture del Golan, la Siria a togliere il suo appoggio ad Hamas ed Hezbollah, ma gli USA dovrebbero togliere la Siria dal famigerato “asse del male”, ovvero dalla lista degli obiettivi USA, cosa che Bush non è disposto a concedere.

Il 22 gennaio, il Presidente Federale svizzero Micheline Calm-Rey ha confermato, sempre ad Haaretz, che i colloqui semi-ufficiali sono in effetti avvenuti con la mediazione della Svizzera e che la stessa non ha smesso di mantenere i contatti tra le due parti.

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