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Implicazioni del test anti-satellite cinese

5 febbraio 2007 – La riuscita distruzione di un vecchio satellite orbitante ad 800 chilometri d'altezza effettuata dai cinesi l'11 gennaio ha provocato un'ondata di speculazioni e proteste sulle intenzioni di Pechino di militarizzare lo spazio. Le accuse sono evidentemente una frode, giacché il principale fattore che spinge verso la militarizzazione dello spazio è la politica imperialistica perseguita dalla cricca di Cheney, Bush e Blair. Commentando l'avvenimento il 2 febbraio Lyndon LaRouche ha detto che l'idea di Cheney e compagnia di arrivare a “controllare” la crescita degli arsenali militari non ha alcun significato ed è obsoleta dal punto di vista strategico. Sono stati essi stessi a distruggere il regime di non proliferazione.
Come i cinesi abbiano distrutto il satellite non è chiaro. Mentre si parla di una normale carica esplosiva rilasciata da un missile, l'EIR ha appreso da una fonte militare indiana che i cinesi avrebbero impiegato un'arma laser, ma questa informazione non ha trovato ancora conferme. D'altro canto è noto che nel settembre 2006 un laser cinese accecò un satellite spia americano. Al tema dell'accecamento dei satelliti spia i militari americani dedicarono poi una conferenza nell'ottobre successivo. Il 26 gennaio, nel corso di un banchetto nel contesto del Forum economico di Davos, un ufficiale cinese avrebbe lanciato un monito agli USA affermando che il tentativo di Cheney e Bush di assicurarsi il monopolio militare nello spazio non sarà tollerato. Yao Yunzhu, l'ufficiale donna in questione, avrebbe detto di “sperare che si voglia che lo spazio resti un luogo pacifico per gli esseri umani ... ma personalmente sono pessimista al riguardo”. Il col. Yao dirige l'Ufficio per l'Asia e il Pacifico dell'Accademia delle scienze militari di Pechino. “Lo spazio sarà militarizzato nel nostro arco di vita” ha detto, aggiungendo che se vi sarà una “superpotenza spaziale, questa non sarà sola, e sarà accompagnata dalla Cina e da altri”.
Non è possibile stabilire se la Cina abbia voluto dimostrare di padroneggiare i rudimenti di una Iniziativa di Difesa Strategica (SDI), come quella che LaRouche propose circa trent'anni fa e che il presidente Ronald Reagan ufficializzò in un discorso del 23 marzo 1983. Si può però stabilire preliminarmente che i sistemi militari e di comunicazione USA sono vulnerabili a quel tipo di attacco che allora LaRouche aveva previsto per il futuro. Se i cinesi non hanno sviluppato un sistema laser anti-missile quello che hanno fatto è dimostrare che si stanno muovendo in tale direzione. Questo non vuol dire che stanno creando una superarma, ma che hanno adottato un nuovo approccio strategico che ha implicazioni devastanti per la politica militare, economica e scientifica degli USA.
La politica imperiale guerrafondaia adottata dal gruppo Cheney-Bush-Blair è fatta di costanti minacce militari, comprese quelle di un attacco nucleare contro la Cina, la Russia ed altre nazioni. Tale minaccia di guerra generalizzata è il fattore cruciale che induce le possibili vittime a dissociarsi dal regime di non proliferazione e preoccuparsi della propria sopravvivenza. Questo definisce la necessità di tornare all'impostazione della SDI così come essa fu definita da Lyndon LaRouche: non soltanto sviluppare una difesa dai missili balistici, ricorrendo ai nuovi principi della fisica, e rendendo così obsolete le armi nucleari, ma ridefinire al contempo i rapporti internazionali in maniera da garantire la condivisione dei progressi tecnologici, sia nella sfera militare che in quella civile.


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