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La vera bandiera di Al Gore e il suo tour europeo

     
L'oscar per le emissioni di CO2 Al Gore

12 marzo 2007 – Il piazzista del riscaldamento globale Al Gore è stato assunto dal governo inglese come “Consigliere speciale sul cambiamento climatico”. L'annuncio fu già dato il 30 ottobre 2006 dal ministro delle Finanze britannico Gordon Brown, probabile successore di Tony Blair. A quell'epoca sir Nicholas Stern, ex capo economista della Banca Mondiale e civil servant di alto rango del governo di sua maestà, pubblicò un rapporto in cui si sosteneva che i cambiamenti climatici avrebbero avuto conseguenze catastrofiche per l'economia mondiale in questo secolo, paragonabili alle due guerre mondiali ed alla grande depressione del secolo scorso.

Secondo il rapporto di Stern ben 200 milioni di persone sarebbero costrette a migrare come conseguenza di siccità o inondazioni. Di conseguenza i governi, anche quelli del terzo mondo, avrebbero dovuto sottostare a tutte le misure dettate loro in nome della truffa del cambiamento climatico. Sir Nicholas Stern affermò allora alla BBC che “Se non saranno applicate su scala internazionale, le riduzioni non avranno la dimensione necessaria”. Nel maggio 2006 Al Gore pronunciò il discorso principale all'Hay Festival, evento “culturale” sponsorizzato dal The Guardian, dopo aver presenziato il festival cinematografico di Cannes.

Oggi, dopo una grande campagna per vincere l'Oscar con il suo polpettone ecologico “La verità scomoda”, Gore è venuto in Europa dove pare che riesca a coniugare i suoi interessi per le emissioni di biossido di carbonio con quelli per la speculazione finanziaria. L'8 marzo ha parlato al Congresso ed expo mondiale sui mercati dei biocarburanti di Bruxelles. L'avvenimento è stato organizzato da Green Power Conferences con grandi sponsor, e vi avrebbero partecipato oltre 1000 personalità del mondo degli affari, in coincidenza del Vertice sull'energia dell'UE. Gore ha detto ai reporter: “Sto cercando di far sì che il mio paese cambi politica, ma nel frattempo l'UE ha un'importanza fondamentale nel contribuire a far sì che il mondo cambi come occorre”.

A Bruxelles il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha presieduto il vertice sull'energia dei 27 paesi dell'UE che si è impegnato a ridurre le emissioni del 20% entro il 2020, rispetto al livello del 1990, e del 30% se altre nazioni seguono l'esempio UE. Le nazioni si impegnano inoltre all'obiettivo obbligatorio di una quota del 20% di consumo energetico da fonti rinnovabili - solare, eolica, idroelettrica. I dettagli non sono stati resi noti, ma se si terrà fede ad un tale impegno questo comporterà drastici tagli energetici per tutte le nazioni, comprese quelle dell'Europa centrale le cui economie sono già duramente provate dalla globalizzazione subita dopo il 1990.

Il 6 marzo Al Gore si è recato in Danimarca per una conferenza insieme a Michael Gorbaciov, il quale però non si è presentato, si dice a motivo di una ferita alla gamba. Tra il 13 e il 15 marzo Gore parteciperà al Carbon Market Insight 2007, conferenza ed expo di Copenhagen sponsorizzata da “Point Carbon”. Gore sembra disposto a parlare solo ad un pubblico addomesticato, visto che ha dato ordine di non ammettere la stampa all'incontro, lasciando di stucco uno degli organizzatori che ha riferito alla stampa: “Non mi era mai capitato. I suoi addetti hanno posto sempre più condizioni e in maniera decisamente poco cooperativa. Solo il 7 marzo ho avuto da loro il permesso di emettere un comunicato stampa di conferma del suo discorso”. Il 14 marzo Gore è atteso ad Edimburgo per parlare sul tema “Pensioni globali e sfide per gli investimenti”, ed in tale occasione parlerà in veste di consigliere del governo britannico sul cambiamento climatico.

Ambientalismo: il presidente ceco non ci sta
In un discorso pronunciato “nella tana del leone”, cioè al Cato Institute, il presidente ceco Vaclav Kaus ha duramente criticato il fondamentalismo ambientalista tornato di moda nell'ultimo periodo. Per Klaus i pericoli maggiori che il mondo deve affrontare sono tre e il primo di essi è proprio l'ambientalismo. “Dietro la loro ideologia 'amichevole' gli ambientalisti stanno effettivamente cercando di cambiare la natura del mondo”, ha detto Klaus. “Presentano i loro scenari catastrofici per cambiare i nostri valori, e questo è molto pericoloso. Dietro la terminologia c'è un tentativo davvero ambizioso di cercare di riorganizzare radicalmente il mondo”.

Klaus ha fatto riferimento in particolare al rapporto Stern, menzionato nell'articolo precedente, che chiede misure economiche draconiane motivate dalla “minaccia del riscaldamento globale”. Gli argomenti ambientalisti non sono il frutto delle scienze naturali, ha asserito Klaus, ma delle scienze sociali. “Non si tratta di scienza ma di un corpo ideologico, una religione. Credono nell'onnipotenza di un dirigismo statale, hanno una nozione confusa del concetto di 'risorse' e trasudano una forte dose di pessimismo malthusiano”. Klaus ha accusato gli ambientalisti di ignorare che le innovazioni tecnologiche possono cambiare completamente il quadro delle loro “prognosi ... Abbiamo bisogno di proteggerci dai tentativi degli ambientalisti di manipolare il pensiero della gente. La loro politica ci ricondurrebbe indietro di decenni e minaccia la nostra prosperità”.

Klaus ha affermato di vedere una minaccia anche nei tentativi di creare un'Unione Europea più forte. Forgiare un'identità europea “può essere utile, ma [anche] dannoso”. Klaus ha definito questo un progetto di “élites politiche” che vogliono trasformare l'UE da un gruppo di nazioni che cooperano tra loro in una entità soprannazionale mirante ad alienare la popolazione dai suoi diritti e dalle responsabilità politiche. “Il tentativo di governare dall'alto è ancora molto forte nella nostra società”, ha ammonito Klaus.

Dal pubblico gli è stato chiesto se egli intende impegnarsi contro gli indirizzi promossi da Cancelliere tedesco Angela Merkel e Klaus ha risposto: “Per i giornalisti in sala voglio dichiarare che non intendo mettermi contro Angela Merkel, ma che intendo rendere pubblica la mia posizione”. Klaus ha poi puntualizzato che il governo ceco è fondamentalmente in sintonia con il suo pensiero in queste questioni, e che sta lavorando “ad un modo più razionale” di affrontarle, rispetto a quanto deciso al vertice dell'UE.

Gli è stata posta una domanda sul “buco dell'ozono” e Klaus ha risposto: “Da quando fu pubblicato il libro di Ehrlich sembra che gli ambientalisti operino con un tiro al piattello. Quando una loro teoria viene abbattuta ne lanciano subito un'altra. Prima c'era la minaccia demografica, poi è stata la volta del “buco nell'ozono”. Ma chi si preoccupa oggi del buco dell'ozono? Per questo sono venuti fuori con la tesi del riscaldamento globale”. Gli è stato chiesto se teme una svolta autoritaria in Russia e Klaus ha risposto: “All'inizio della mia presentazione ho elencato quelle che a mio giudizio sono le tre minacce principali, e questa non c'era. Temo maggiormente gli sviluppi nel mondo occidentale. L'ambientalismo è molto più pericoloso”.

Il corrispondente dell'EIR lo ha interpellato sui giacimenti di uranio nel suo paese e sulla possibilità di espandere la produzione di energia nucleare, e Klaus ha risposto facendo riferimento ad un recente vertice sulla sicurezza nucleare a cui ha preso parte anche Putin. “Dopo due ore di discussioni sulla sicurezza energetica nessuno aveva nemmeno menzionato il termine nucleare. Ho discusso con un delegato europeo che mi sedeva accanto e lui si è detto completamente d'accordo con me. Allora gli ho chiesto 'ma perché non lo fa lei?' ma lui mi ha fatto capire che la questione è troppo scottante”. Successivamente Klaus ha aggiunto che sarebbe folle rinunciare all'espansione dell'energia nucleare per far fronte al crescente fabbisogno energetico.

Il Congresso studia i danni dell'etanolo

“Al momento non si trova un chilo di mais a Bruning nel Nebraska” a nessun prezzo, ha spiegato Joy Filippi, allevatore dello stato al terzo posto per la produzione di mais, suini ed etanolo. Filippi è stato uno dei testimoni convocati l'8 febbraio da una sottocommissione parlamentare che deve accertare l'andamento dei costi nel settore dell'allevamento. I prezzi dei mangimi sono aumentati del 50% dal 2004. Il 58% delle granaglie prodotte nel paese è usato nell'allevamento, mentre la percentuale usata per produrre etanolo è passata dal 6 al 20 per cento tra il 2000 e il 2006. In un anno i prezzi del mais sono raddoppiati. Gli allevatori di suini, bovini, pollame e gli addetti dell'industria casearia ascoltati dai parlamentari hanno presentato un quadro allarmante.


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