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Il crac immobiliare

3 aprile 2007 – Il crollo del mercato immobiliare statunitense “è un deragliamento al rallentatore ... che accelera e si diffonde come una malattia contagiosa”. Così si legge sull'edizione del 26 marzo di Barron's Weekly, pubblicazione dell'indice di borsa Dow Jones. Il settimanale pubblica anche due interviste a specialisti del settore, ambedue preoccupati dagli effetti del crollo del mercato della casa. Robert Shiller è l'autore del libro «Esuberanza irrazionale», sulla bolla dell'IT pubblicato nel marzo 2000, quando questa cominciò il suo declino. Nella nuova edizione Shiller ha aggiunto un capitolo in cui pronostica lo stesso destino per la bolla immobiliare. Shiller ha raccolto i dati sui prezzi delle abitazioni per oltre un anno e li ha confrontati con i costi di costruzione, prevedendo una caduta dei prezzi del 20-30 per cento nei prossimi dieci anni. Sy Jacobs, esperto di fondi, spiega: “I problemi nel subprime [i mutui a rischio] non sono limitati a tale fascia. Sono come uno spillone che minaccia un problema dimensioni maggiori ... I subprime faranno crollare il prestito ipotecario, di conseguenza il mercato della casa, e poi l'economia e il mercato”.
Standard & Poor ha presentato il 27 marzo un rapporto abbastanza addomesticato sul crollo del settore della casa che, secondo LaRouche, è ormai troppo grande perché si possa tenere nascosto. Il rapporto di S&P comprende un Indice “Case-Shiller” del prezzo casa dal quale risulta una caduta media dei prezzi dello 0,7% per le 20 principali città degli USA nel corso dell'ultimo anno. Un grafico più illustrativo mostra la caduta in picchiata avvenuta l'anno scorso dopo 13 anni consecutivi di rialzi.
Il crollo del mercato subprime alimenta la crescita dei pignoramenti, che a sua volta avrà effetti politici. In alcuni stati si stanno già approntando emissioni speciali di bonds per il salvataggio dei mutuatari insolventi. Dal canto suo però LaRouche sostiene che solo il governo federale è capace di intervenire adeguatamente in tale situazione: sono milioni gli americani che rischiano di vedersi strappar via la casa dagli strumenti appositamente congegnati dalla nidiata di avvoltoi di Wall Street a cui ha dato vita Alan Greenspan.
Intanto al Congresso è stata presentata una legge per ripristinare la normativa sulla casa dell'epoca di F. D. Roosevelt, ma la Casa Bianca è decisamente contraria. Il portavoce del Tesoro Tony Fratto, in una dichiarazione del 30 marzo, ha recisamente respinto la possibilità di iniziative del governo volte a frenare l'ondata di pignoramenti.

Faber: vendere subito!

Il consulente finanziario Marc Faber ha parlato il 28 marzo al Borsen Executive Club affermando tra l'altro: “Dall'ottobre 2002 i mercati finanziari sono in crescita e adesso c'è una correzione che può ridurre i mercati del 20-30%”. Lo ha riferito il quotidiano finanziario danese Borsen. Faber raccomanda di stare lontano da azioni e bonds USA. Secondo Borsen Faber avrebbe previsto il crac del 1987, il crac di Tokyo del 1990 e le crisi asiatiche del 1997. Secondo Faber inoltre il petrolio salirà oltre i 300 dollari nei prossimi anni, come conseguenza dell'aumento dei consumi in Asia e del crollo della capacità produttiva mondiale.

Socialdemocratici europei contro i fondi

Poul Nyrop Rasmussen, presidente del PSE (partito socialista europeo), ha presentato il 28 marzo un rapporto sugli equity funds. Lo studio, opera di un equipe di esperti, sostiene che occorrono iniziative a livello nazionale e statale per fermare il saccheggio economico da parte dei private equity funds. Essi scremano le imprese, ne licenziano i dipendenti e non fanno alcun investimento nella ricerca e sviluppo. “Dobbiamo concludere di essere nei guai. I fondi non aiutano le imprese a svilupparsi. Non abbiamo un mercato finanziario che possa fornire gli investimenti a lungo termine che occorrono alla società. Pertanto proponiamo una serie di regolamentazioni”, ha concluso Nyrup. Il rapporto riferisce in merito all'esempio campione di 21 imprese europee rilevate dai private equity funds.
Nyrup ha criticato Charles McGrevy, commissario dell'UE per il mercato interno dell'UE, perché non ha preso iniziative di sorta contro i fondi. “Ritengo che il commissario McCreevy sia l'ultima persona al mondo a dire che qualcosa non va. Tutti gli altri sono preoccupati”. Nyrup invierà il rapporto al Commissario UE nella speranza che “qualcuno dei suoi collaboratori lo legga al posto suo”. Tra le altre cose, il rapporto suggerisce che la Commissione Europea presenti una direttiva che chieda ai fondi maggiore trasparenza in modo che le regole possano essere uniformate nell'intera Europa.
“Crediamo ancora nel mercato, ma insistiamo sulla 'economia sociale di mercato' e non su una 'società di mercato'”, si legge sul sito dei socialisti europei, dove si spiega che i fondi possono avere effetti negativi mettendo “a rischio le pensioni, la capacità di funzionare delle imprese private, sicurezza e servizi, lavoro decente e voce in capitolo della forza lavoro nella gestione dell'imprsa, stabilità dei mercati finanziari”. Parlando ad un incontro dei socialisti europei, John Monks, leader della federazione sindacale europea, ha prospettato una lunga e dura lotta contro gli hedge funds e gli investment funds, che sono impegnati in operazioni di scrematura delle imprese mettendo a rischio i posti di lavoro.


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