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I videogiochi killer dietro il massacro della Virginia

24 aprile 2007 – Il fiume dei commenti sulla strage avvenuta nel campus Virginia Tech apparsi sui mezzi d'informazione stampati ed elettronici statunitensi pare concepito per nascondere la sostanza dell'accaduto. Questa non riguarda i dettagli cruenti dell'episodio ma piuttosto le responsabilità dei videogiochi killer di case produttrici, come Microsoft, che finiscono per trasformare dei ragazzi in gelidi killer. In tale operazione ad esempio si è distinto il Washington Post, come riferito di seguito.
Secondo Lyndon LaRouche questi videogiochi agiscono sulla mente come una droga, capace di trasformare gente normale in killer programmati, ed occorre quindi toglierli dal commercio. Nei commenti si è evitato accuratamente l'argomento essenziale: tanta gente è morta perché qualcuno ha libertà di fare soldi vendendo sistemi che trasformano i giovani in killer.
Riferendosi ai suoi numerosi interventi precedenti su questo argomento, in particolare tra il 1999 e il 2000, LaRouche è tornato a spiegare la necessità di affrontare questa minaccia con uno scritto disponibile sul sito www.larouchepac.com.

L'insabbiamento della stampa
Il 17 aprile il Washington Post ha postato e ritirato dopo pochi minuti la notizia secondo cui Cho Seung Hui, il giovane killer di Blacksburg, era un appassionato del videogioco Counterstrike della Microsoft, come riferisce un avvocato della Florida che aveva già rappresentato le vittime della sparatoria avvenuta in un campus di Paducah, Kentucky, nel 1998. Successivamente il Post ha anche commentato che un fatto del genere “non è importante a sufficienza”.
Il Post ha deciso e il resto del mondo dell'informazione si è adeguato: di Counterstrike non ne ha più parlato nessuno. Non si tratta solo dei soldi della Microsoft, ma anche della complicità di ambienti di governo nello sviluppo dei metodi di addestramento virtuale per soldati e poliziotti. Dopo aver sviluppato questi software per addestrare ad uccidere istintivamente e senza riflettere, come automi, al governo c'è chi ha deciso di gettare il prodotto sul mercato, farci i soldi e rovinare la gioventù.
Cho Seung Hui risulta inoltre iscritto nella sua università ad un corso di film e letteratura contemporanea sull'orrore che è stato offerto per la prima volta ad autunno.
L'avvocato Kack Thompson ha letto sul sito del Washington Post, il giorno dopo la strage:
“Diversi giovani coreani che conoscevano Cho Seung Hui dalle scuole superiori riferiscono che era un fanatico dei videgiochi violenti, in particolare di Counterstrike, popolarissimo gioco online della Microsoft in cui i giocatori entrano in formazioni terroristiche o antiterroristiche e si sparano l'un l'altro con armi di tutti i tipi”.
Ma pochi minuti dopo, l'articolo era sparito, e l'avvocato che chiedeva spiegazioni si è sentito rispondere che sull'argomento c'erano articoli più nuovi. Thompson ha chiesto a Microsoft di sospendere le vendite di Counterstrike.
“Il vostro videogioco, un simulatore per killer, secondo una notizia apparsa sul Washington Post, lo ha addestrato per godere nell'uccidere e insegnandogli come si fa” dice Thompson nella lettera personalmente indirizzata a Bill Gates. “Voi sapevate cinque anni fa che si parlò del vostro videogioco online Counterstrike già in occasione del massacro della scuola di Erfurt, tanto che la cosa all'epoca influenzò persino la corsa alla Cancelleria tedesca!
“E invece eccovi lì, a cinque anni dall'episodio di Erfurt, a vendere Counterstrike, senza aver fatto niente per eliminare questo simulatore di sterminio di massa dai vostri server, e sembra proprio che 'Virginia Tech' ne sia la conseguenza ...
“Mr. Gate, ritiri Counterstrike subito – o c'è bisogno di altri morti per convincerla? Il Virginia Tech è stato l'11 settembre delle sparatorie scolastiche e pare che Microsoft vi sia dentro fino al collo, in modi diversi”.


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