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Cheminade: perché dò il mio voto a Ségolène Royal

26 aprile 2007 – Jacques Cheminade, leader del movimento di LaRouche in Francia, “Solidaritè et Progres”, ha pubblicato una dichiarazione invitando i francesi a votare per Ségolène Royal al secondo turno delle presidenziali come “unica scelta possibile”.
“Voteremo contro Nicolas Sarkozy e quindi per Ségolène Royal”, esordisce Cheminade. “Perché, se l'ex ministro degli Interni diventasse presidente, la Francia finirebbe da un giorno all'altro sottomessa alla strategia politica di Blair, Cheney e Bush.” Il pedigree di Sarkozy è chiaro, afferma Cheminade:
1. “Egli è amico dei neocon americani, di cui cerca avidamente i favori. Dopo aver fatto visita a Bush lo scorso settembre 2006, non esitò ad adottare posizioni direttamente contrarie a quelle della sua nazione e del suo proprio governo. In aggiunta a ciò, egli sostiene incondizionatamente il capo della destra israeliana, Bibi Nethanyhau”.
2. “La sua politica economica è sempre stata ultraliberista e selettivamente repressiva. Come ministro dell'Economia e delle Finanze egli aprì la borsa di Parigi agli investimenti stranieri e impose l'austerità sociale ai lavoratori. Come ministro degli Interni ha usato il pugno di ferro con i piccoli criminali diseredati ed è stato conciliante con la grande criminalità finanziaria.
3. “La sua personalità non è affidabile. Rifiutando ogni introspezione, egli rifiuta l'ingiunzione socratica “conosci te stesso” e si butta nell'attivism e nella conquista del potere per amore del potere.
4. “Per esercitare il suo potere, egli si contorce nelle posizioni più contraddittorie, accostando riferimenti ai momenti più alti della storia repubblicana, come la battaglia di Valmy o la Resistenza contro il nazismo, con i complimenti rivolti agli elettori dell'estrema destra e i riferimenti alle Crociate!”

Sarkozy, prosegue Cheminade, “pretende di essere il 'protettore' di tutti i francesi che 'hanno paura del futuro' benché, di fatto, egli sia stato e sia ancora il protettore e il protetto dei poteri finanziari ed economici del paese (Bouygues, Lagardere e Bollorè). La sua candidatura è inammissibile in molti modi: per lui la Francia non è la 'certa idea' di De Gaulle, ma un conglomerato di interessi di cui egli pensa di diventare il padrone ma di cui, in realtà, è il lacchè”.
Un voto per Ségolène, quindi, è un voto contro Sarkozy. Ségolène ha avuto dei buoni spunti polemici contro l'oligarchia finanziaria, afferma Cheminade, ma questo non basta. Ella dovrà esporsi sul tema della Nuova Bretton Woods e del dialogo con Russia, India e Cina per sviluppare il “Ponte Euroasiatico”. “Dobbiamo mettere l'asticella in alto”, afferma Cheminade, “perché abbiamo a che fare con un ritorno del fascismo, come nella crisi degli anni Trenta”.
Riferendosi alla collocazione indipendente della Royal rispetto all'apparato del Partito Socialista, Cheminade ne indica le potenzialità: “Abbiamo bisogno di una donna libera, capace di elevarsi al di sopra della crisi che attanaglia il mondo e la nostra nazione con iniziative coraggiose che rompano le regole del gioco, anche all'interno del suo partito. Se saprà farlo, Ségolène, con il proprio istinto e il temperamento che diventa una qualità nel mezzo della bufera, potrà ottenere la vittoria”.
Per quanto riguarda gli elettori di Bayrou, sarebbe paradossale che, dapprima attratti da una “forza nuova”, essi finissero per sostenere chi, come Sarkozy, vorrebbe rinchiudere la Francia negli armadi reazionari del passato.



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