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Proposta una dittatura monetaria mondialista

7 maggio 2007 – Il Council on Foreign Relations (CFR), il centro studi USA con radici in Inghilterra che ha già sponsorizzato la campagna dello “Scontro di civiltà” di Samuel Huntington, è venuto allo scoperto con la proposta di indurre le nazioni del mondo a ridimensionare la propria sovranità nelle questioni economiche, monetarie e finanziarie, abdicando alla dittatura di una moneta unica mondiale. La proposta è contenuta nel numero di maggio-giugno di Foreign Affairs, la rivista del CFR, ed è firmata da Benn Steil, direttore di economia internazionale del CFR, sotto il titolo “La fine della moneta nazionale”.
A proposito delle sfide poste dalla crisi monetaria Steil sostiene che la soluzione “non è il ritorno ad un mitico passato di sovranità monetaria, in cui i governi controllano gli interessi locali ed i tassi di cambio beatamente ignorando il resto del mondo. I governi debbono rinunciare alla nozione fatale secondo cui la nazionalità esige che loro emettano e controllino il denaro usato sul loro territorio. Le monete nazionali ed i mercati globali semplicemente non vanno d'accordo, ma possono piuttosto costituire una miscela fatale di crisi monetarie e tensioni geopolitiche e creare prontamente pretesti per il deleterio protezionismo. Per globalizzare con sicurezza, i paesi debbono abbandonare il nazionalismo monetario e abolire le monete indesiderate che sono la fonte di gran parte dell'instabilità attuale”.
Il punto di riferimento storico di Steil per questo progetto è l'epoca d'oro dell'impero britannico, alla fine del XIX secolo. “Le lezioni della globalizzazione su base aurea nel diciannovesimo secolo devono essere semplicemente ristudiate - scrive Steil - ... giacché lo sviluppo economico al di fuori del processo di globalizzazione non è più possibile, i paesi debbono abbandonare il nazionalismo monetario. I governi debbono sostituire le monete nazionali con il dollaro o l'euro, o, nel caso dell'Asia, collaborare nel produrre una nuova moneta multinazionale su un'area paragonabilmente estesa e diversificata economicamente . ... Per la maggior parte dei paesi più piccoli e poveri sarebbe la cosa migliore adottare unilateralmente il dollaro o l'euro, che consentirebbe loro un'integrazione sicura e rapida nei mercati finanziari globali. I paesi dell'America Latina debbono dollarizzare, i paesi dell'Europa orientale e la turchia debbono euroizzare.”
Steil conclude con un monito: se i governi, compreso quello degli Stati Uniti, non raccolgono tale invito, “il mercato potrebbe privatizzare il denaro per conto suo”.
Da tempo al servizio dell'Inghilterra, Steil è stato direttore del programma economico internazionale del Royal Institute of International Affairs (RIIA). E' passato al CFR nel 1998, quando ambienti di potere britannici si mobilitarono per sabotare le iniziative allora prese dal presidente Bill Clinton per fondare “una nuova architettura finanziaria”. Attualmente Steil è anche un fellow presso il Progetto britannico-americano per le generazioni successive (BAP) dalle cui file provengono diversi esponenti del governo di Tony Blair.
Nel denunciare la follia pericolosa di Steil, LaRouche ha spiegato che un tale progetto ripropone il “Modello Persiano” per costituire un impero globale suddiviso in potenze regionali. Questa volta, invece di una divisione tra Est ed Ovest, Steil propone una divisione trilaterale, ma sempre secondo la ricetta dell'impero mondialista oligarchico.


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