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Nuove eco del viaggio di LaRouche a Mosca

Della visita a Mosca di Lyndon LaRouche, tra il 14 e il 17 maggio, di cui questa newsletter ha riferito negli ultimi due numeri, ha parlato il Canale Spas, emittente televisiva satellitare vicina alla Chiesa Ortodossa Russa, che il 18 maggio ha mandato in onda l'intervista di un'ora che l'economista americano aveva concesso all'economista Mikhail Khazin nella trasmissione “A+ in economia”. L'intervista è stata più volte ritrasmessa nei giorni successivi. La trasmissione di Khazin è molto seguita dagli ambienti politici russi, in quanto è l'unica che presenta seri approfondimenti dei temi economici.
LaRouche ha esposto al pubblico russo la genesi e la natura della crisi economica mondiale e la strategia seguita dall'oligarchia finanziaria per distruggere ogni ostacolo che resta ancora sulla sua strada. Sulle possibilità di fermare tale disegno LaRouche ha detto tra l'altro:
“Se si considerano insieme Russia, Cina e India, con certe altre forze in America Latina, abbiamo tutte le forze del mondo che si rifiutano di pagare tributo alla globalizzazione. Per stabilire il nuovo impero mondiale desiderato, devono distruggere il senso di sovranità della Russia, della Cina e dell'India, insieme ai miei amici che rappresentano una parte importante del sistema statunitense.
“Pertanto se la Russia, sotto il presidente Putin, riesce a trovare una risposta, in coordinazione con delle istituzioni chiave negli Stati Uniti, sarà allora possibile ribaltare la situazione oggettiva, raggiungendo una comprensione comune della politica. Dagli Stati Uniti deve arrivare una risposta a ciò che il Presidente Putin ed altri, nella Russia di oggi, hanno detto sul conto della tradizione di Roosevelt. Occorre tornare alla filosofia globale che esisteva prima della scomparsa di Franklin Roosevelt. Le condizioni sono diverse ma l'impostazione politica dev'essere la stessa. ...
“Torniamo così alla riposta alla sua domanda: se si stabilisce un'intesa su questo, tra ambienti statunitensi e russi, arrivando ad includere Cina e India nella discussione, insieme ad altre nazioni ... Ma se consideriamo il territorio dell'ex Unione Sovietica, quello della Russia di oggi, della Cina e dell'India, quale percentuale del territorio e della popolazione mondiale stiamo considerando? Se consideriamo le vaste risorse minerarie che esistono in Siberia, e le necessarie competenze che gli scienziati russi dispongono per svilupparle, si capisce che ci sarà un cambiamento fondamentale del sistema mondiale fondato su una politica trainata dalla scienza.

Un altro passo verso la terza guerra mondiale
A conferma dei rischi di guerra paventati da LaRouche sono giunti il 23 maggio i commenti di Sergei Ivanov, il primo vice primo ministro russo, che in una conferenza stampa a Mosca ha dichiarato la sospensione del trattato sulle forze convenzionali in Europa (CFE), come ha riferito il programma Vesti 24 della televisione russa. La presa di posizione rappresenta una ferma risposta alla provocazione dello stazionamento di sistemi antimissilistici USA in territorio polacco sul confine russo. Nessuno in Russia è disposto a far finta di credere che le nuove installazioni in Polonia e Repubblica Ceca debbano intercettare missili lanciati dalla Corea del Nord o dall'Iran. Tutti riconoscono che sistemi del genere possono essere armati di testate nucleari capaci di raggiungere Mosca in tre minuti dal lancio.
Al tempo stesso sono state formulate da parte russa offerte di dialogo per discutere una crisi che si fa sempre più acuta. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, in visita in Austria insieme al presidente Putin, ha sottolineato “l'urgenza di una conferenza di emergenza sul futuro del trattato CFE”.
Altre provocazioni contro la Russia sono state intraprese dall'Unione Europea e dalla NATO e vanno dalla dichiarazione unilaterale di indipendenza del Kosovo (stabilendo un nuovo precedente per la violazione della sovranità nazionale) a una linea di scontro sui diritti umani.

Il rischio di guerra nel Golfo Persico
In un'analisi del 25 maggio Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà in Germania, presenta un quadro del pericolo di guerra nell'Asia Sudoccidentale che a sua volta si combina con il deterioramento dei rapporti tra Russia, da una parte, e UE e NATO dall'altra. Qualche citazione:
“Come ha riferito ABCNews.com il 22 marzo, il presidente Bush ha ordinato alla CIA operazioni segrete contro l'Iran miranti a rovesciarne il governo. La missione comprende una campagna coordinata di propaganda, disinformazione, reclutamento di dissidenti e manipolazione della moneta iraniana e delle transazioni finanziarie internazionali. Secondo quanto riferito, il cervello di questa operazione, che equivale ad una dichiarazione di guerra, sarebbe Elliot Abrams, personaggio già condannato nel 1991 per aver negato informazioni che doveva presentare al Congresso nello scandalo Iran-Contra, ma poi graziato dal presidente Bush padre.
“Al tempo stesso due portaerei americane scortate dalle unità d'appoggio, con 17 mila uomini imbarcati, stanno entrando nello Stretto di Hormuz senza aver inoltrato alcuna notifica alle autorità iraniane. In Iraq si moltiplicano le imboscate, con massacri continui di soldati americani e iracheni, perché così gli insorti credono di indurre l'opinione pubblica americana a chiedere la fine della guerra. Il calcolo però potrebbe rivelarsi errato, e tali azioni possono essere usate come pretesto per iniziative militari contro l'Iran. La polveriera è pronta, manca solo la proverbiale scintilla che farà precipitare il mondo intero nella guerra asimmetrica.
“Steve Clemons, esperto americano del Giappone, scrive sul sito web “The Washington Note” che il vice presidente Cheney è impegnato a provocare l'inceppamento della politica del presidente Bush, il quale per il momento si limita a sfruttare operazioni segrete e la diplomazia per ottenere un cambiamento di regime a Teheran, e si adopera per arrivare al conflitto armato in grande stile. Se tale informazione è confermata un impeachment di Cheney diventa di urgenza estrema”.


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