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I giapponesi chiedono la regolamentazione degli hedge funds

4 giugno 2007 – Il 25 maggio il sito Forbes.com riferiva che il governatore della Banca del Giappone Toshihiko Fukui ha fatto appello alle autorità finanziarie affinché regolino gli hedge fund per contenere “un rischio sistemico potenzialmente esplosivo”. Rivolgendosi al parlamento del suo paese Fukui ha spiegato che i controlli debbono essere internazionali perché i fondi sono per lo più registrati nei paradisi off-shore, come le isole Cayman, e sfuggono quindi al controllo dei governi. Il governatore della Banca del Giappone ha inoltre raccomandato che si faccia attentamente luce sull'effetto leva con cui gli hedge funds contraggono i prestiti, “in maniera da avere un quadro completo”. Sul conto degli hedge funds ha detto che sono “prossimi al mondo virtuale” notando inoltre che hanno aumentato enormemente il rischio per il sistema globale, che “potrebbe diventare esplosivo quando si verifica”. Fukui è tornato poi sull'argomento il 2 giugno annunciando che la Banca del Giappone aumenterà di nuovo i tassi d'interesse.
Sostenendo la presa di posizione di Fukui, Lyndon LaRouche ha aggiunto che “l'esistenza stessa degli hedge funds è una follia”. Ha anche notato che nell'ultimo mese i giapponesi hanno ammesso che lo yen carry trade è un fenomeno creato dagli speculatori degli hedge funds e ha quindi esortato le autorità nipponiche “a porre fine una volta per tutte allo yen carry trade e portate i tassi d'interesse ai livelli internazionali”. Secondo LaRouche, ogni ritardo del Giappone ad aumentare i tassi non fa che aggravare la situazione del sistema. Procedendo decisamente in tal senso il Giappone potrebbe mettere in crisi il sistema perverso creato dai britannici.


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