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Paralisi del credito globale: ora anche i grandi banchieri la chiamano “infarto”

6 settembre 2007 – Leggendo il londinese Financial Times, apprendiamo dalla prima pagina che il sistema di prestiti interbancari ha raggiunto una sorta di blocco. L'articolo ha per titolo “un dura prova per i mercati infartuati”.
Un importante banchiere ha fatto eco alle parole usate in precedenza soltanto da Lyndon LaRouche, dicendo che se il sistema rimarrà congelato, “il paziente morirà”.
Le banche non si presteranno denaro l'una all'altra, per paura che i titoli offerti come collaterale nascondano i famosi “subprime” o altra spazzatura. Il fenomeno è globale, dice un analista dell'UniCredit. Il Financial Times, d'altro canto, riferisce che alcuni banchieri della City valutano che alcune parti del mercato dei prestiti interbancari “si siano congelate mentre le banche fanno incetta di capitali e li mettono da parte”
Il banchiere che presiede l'Associazione Internazionale dei Mercati Capitali ha descritto la situazione come un “infarto” finanziario. “Se rimaniamo paralizzati, il pariente morirà”, ha detto Hans Joerg Rudloff, che è anche presidente di Barclays Capital.
Anche il famoso ricorso ai “dollari gettati dall'elicottero”, per usare un'espressione di Ben Bernanke, attuale presidente della Riserva Federale, per risolvere ogni tipo di crisi, ora non funziona. Nel mese scorso, la Riserva Federale ha annunciato di accettare qualunque tipo di titolo commerciale, indipendentemente dalla sua affidabilità, come collaterale per concedere nuovo credito alle banche. Ma il valore di mercato di tali titoli è nel frattempo collassato, e con esso la quantità di denaro che le banche possono prendere a prestito dalla Riserva.

Il London Interbank Rate (LIBOR), che fissa il tasso di prestito interbancario, ha raggiunto il valore di 6,8% sui tre mesi, stabilendo un record superiore dell'1% al tasso di sconto. Ma, in realtà, non ci sono scambi, e a nessun tasso. La Banca d'Inghilterra, cercando di metter pezza alla crisi, oggi ha offerto di pagare gli interessi sulle riserve che le banche commerciali detengono sul suo conto.


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