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Allontanare Cheney per impedire lo scoppio della terza guerra mondiale

2 ottobre 2007 – Il 26 settembre, con 76 voti favorevoli e 22 contrari, il Senato USA ha approvato un emendamento alla spesa della difesa in cui si fa appello al Presidente Bush affinché annoveri la Guardia Rivoluzionaria Iraniana (IRGC) nella lista delle “organizzazioni terroristiche straniere”, facendola quindi bersaglio di un'ampia gamma di sanzioni economiche. Gli esperti militari consultati dall'EIR confermano che, benché questo debba comportare soprattutto misure economiche, le ambiguità contenute nella formula della “Guerra globale al terrorismo” dell'Amministrazione Bush fanno del voto del Senato un consenso di fatto ad azioni militari.
Secondo il giudizio di diversi costituzionalisti e analisti militari USA, grazie a questo emendamento - che è stato presentato da Joe Lieberman e Jon Kyl, due noti reggicoda di Dick Cheney al Senato - il Presidente Bush può dare in qualsiasi momento l'ordine di bombardare l'Iran senza chiedere l'approvazione al Congresso.
Il senatore democratico James Webb è riuscito a stralciare dall'emendamento due paragrafi giudicati particolarmente pericolosi, tanto che qualche senatore ha poi sostenuto che il voto non costituisce un'autorizzazione di fatto alle operazioni militari. Ma resta da vedere se la Casa Bianca, e Cheney in particolare, vorrà accettare una tale “interpretazione” letterale.
Lo stesso giorno in cui il Senato consegnava sottobanco a Bush e Cheney carta bianca per la guerra, la Camera dei Rappresentanti ha pensato bene di non essere da meno approvando alla quasi unanimità - 408 a favore e 6 contro - una legge che prevede sanzioni contro qualsiasi impresa straniera o americana che investe più di 20 milioni di dollari nel settore energetico iraniano.
E' così tutto pronto per la guerra che, come Lyndon LaRouche ripete da qualche mese, può essere evitata in maniera certa solo con l'ultima opzione a questo punto disponibile: l'allontanamento di Cheney dal potere.
L'ondata di capitolazioni al Congresso fa temere solo il peggio. Il 25 settembre l'ex funzionario della CIA Philip Giraldi ha pubblicato su antiwar.com un articolo agghiacciante che analizza le possibili conseguenze di uno scontro militare degli USA con l'Iran. Sotto il titolo “Come potrà essere la Terza Guerra Mondiale”, Gilardi descrive uno scenario purtroppo realistico di una escalation del conflitto tra USA e Iran innescato da scaramucce di frontiera tra soldati americani e iraniani sui confini dell'Iraq.
Lo scenario prevede che da questi episodi scaturisca un conflitto in grande stile che ben presto finirà per diffondersi all'Iraq, dove le forze insurrezionali sciite ingaggeranno combattimenti asimmetrici in grande stile contro i soldati americani; questi saranno costretti ad aprirsi un varco per la ritirata con la forza delle armi, incorrendo in perdite tremende. Il conflitto poi si allargherebbe al Mediterraneo Orientale, all'Asia Centrale ed al Subcontinente Indiano, innescando un conflitto tra India e Pakistan, un golpe violento in Afghanistan, una guerra tra Israele e Siria/Libano, sommosse in tutte le nazioni musulmane della regione del Pacifico asiatico e, infine, gli USA dovranno ricorrere alle armi nucleari spingendo di conseguenza sia la Russia che la Cina ad intervenire. “La terza guerra mondiale è cominciata”, conclude Giraldi.
Finché Cheney resta nell'ufficio della vicepresidenza gli scenari come quello tratteggiato da Giraldi vanno considerati molto seriamente. Sebbene le grandi potenze siano riuscite all'ultimo incontro dell'ONU a dissuadere gli Stati Uniti dal rilanciare la politica delle sanzioni contro l'Iran, finché Cheney resta in sella non si può dare per certa una qualsiasi costellazione di forze capace di evitare la guerra.


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