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L'ambasciatore russo sull'Iniziativa di Kennebunkport

1 ottobre 2007 – Se i negoziati per l'utilizzo congiunto degli impianti radar di Gabala, in Azerbaijan, non avranno un esito positivo, si prospettano “guai grossi”. Questo il giudizio di Sergey Mikhailovich Rogov, direttore del centro studi russo Istituto USA-Canada ed esponente dell'Accademia delle Scienze di Mosca, espresso in risposta alla domanda della corrispondente dell'EIR Michele Steinberg nel corso di una conferenza al Carnegie Endowment for International Peace di Washington, dove il 25 settembre è stato celebrato il 200° anniversario dei rapporti diplomatici tra USA e Russia.
All'incontro hanno partecipato 13 ex ambasciatori di Mosca a Washington o viceversa. In apertura sono intervenuti gli ex ambasciatori Vladimir Lukin e Yury Dubinin, da parte russa, e James Franklin Collins e Arthur Hartman da parte statunitense. Il tema che hanno dovuto trattare è se i rapporti difficili tra i due paesi potranno migliorare, specialmente dopo le elezioni in programma nel 2008 in tutt'e due i paesi. Alle domande in tal senso formulate senza incisività e ampiezza di vedute da Jill Dougherty di CNN hanno tutti risposto di sì.
La musica è cambiata quando Michele Steinberg dell'EIR ha toccato l'argomento della proposta che il presidente Vladimir Putin ha formulato a Kennebunkport, lo scorso luglio, per una cooperazione tra USA e Russa nella difesa anti-missilistica regionale congiunta a partire appunto dalla stazione radar di Gabala. La Steinberg ha anche chiesto che si parlasse della commissione costituita da Henry Kissinger e Yevgeny Primakov per ricercare la cooperazione bilaterale, giacché erano presenti all'incontro diversi esponenti di tale commissione.
L'ambasciatore Yuli Vorontsov ha spiegato che la commissione Kissinger-Primakov ha una prospettiva di cooperazione più ampia e non si occupa direttamente di negoziare la proposta per Gabala. Come esponente della commissione, però, egli spera che questa possa essere ascoltata dai nuovi governi, dopo le elezioni nei due paesi.
Rogov, che è stato tra i principali organizzatori dell'incontro, ha preso la parola dal pubblico spiegando che la Commissione Kissinger Primakov cerca di riunire le intelligenze migliori da ambo le parti per studiare i progressi possibili nei rapporti reciproci. Non si occupa dei negoziati sulla difesa antimissilistica e su tale argomento non è un canale di negoziato alternativo alla regolare diplomazia. D'altro canto tra il Ministero degli Esteri e il Dipartimento di Stato vi sono stati dei negoziati e il 18 settembre un gruppo americano ha vistato per la prima volta “le strutture top secret” di Gabala. Ma, ha commentato Rogov, la cosa non ha davvero fatto colpo sul vicedirettore della Missile Defense Agency gen. Patrick O'Reilly, e gli americani avrebbero fatto capire che potrebbero usare Gabala “insieme” agli impianti che si ripromettono di costruire in Polonia e nella Repubblica Ceca. I russi avrebbero allora risposto: “No, così non va, o l'uno o l'altro”. Dunque, ha concluso Rogov, occorrerà intavolare dei negoziati. Se poi non si arriva a dei risultati si prospettano “guai grossi”.
In una discussione privata, due esponenti russi e uno americano hanno sottolineato l'importanza dell'iniziativa di Kennebunkport ed hanno raccomandato all'EIR di promuoverla come un'iniziativa politica americana. Purtroppo il moderatore non ha voluto chiedere a nessun rappresentante americano di rispondere alle domande della corrispondente dell'EIR.

Nuove critiche alla difesa antimissile USA in Europa
Lo scienziato del MIT Theodore Postol ha rilanciato la sua iniziativa per dimostrare come e perché gli elementi della difesa antimissile USA proposti per la Polonia e la Repubblica Ceca rappresentano una minaccia per i missili intercontinentali russi (ICBM). L'amministrazione Bush sostiene che le batterie di radar e missili intercettori dovrebbero tenere a bada solo missili in arrivo dall'Iran e non potrebbero interferire con i missili russi. Postol ha invece spiegato che la Missile Defense Agency (MDA) ha attribuito ai missili intercettori una velocità molto più bassa di quella effettiva ed ha esagerato i tempi necessari per elaborare la traiettoria prima di lanciare un intercettore, il tutto per indurre erroneamente a concludere che i russi non hanno nulla da temere: gli ICBM sarebbero al sicuro dagli intercettori.
La MDA si è sentita in dovere di rispondere con cinque cartelle in cui si spiega che Postol avrebbe esagerato le capacità del sistema proposto. Il Wall Street Journal del 27 settembre pubblica la replica di Postol secondo il quale, se così fosse, “allora non potrebbero difendere neanche la zona che dicono che dovrebbero difendere”, cioè l'Europa.
L'Associated Press ha intervistato il 26 settembre cinque altri scienziati che hanno esaminato la questione. Sulla scorta di propri calcoli indipendenti, alcuni di essi hanno dato ragione a Postol. I cinque sono George Lewis, direttore associato del Peace Studies Program di Cornell; Pavel Podvig, dello Stanford's Center for International Security and Cooperation; Richard Garwin, ex progettista di bombe nucleari poi impegnato a fare propaganda contro l'Iniziativa di Difesa Strategica; Philip Coyle, ex condirettore al Lawrence Livermore Lab ed ex assistente del Segretario alla Difesa sotto Clinton; e David Wright, un fisico della Union of Concerned Scientists.


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