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Le agenzie di rating processate al Congresso USA

1 ottobre 2007 – Le responsabilità delle agenzie di rating come Standard & Poor's e Moody's nella crisi della bolla dei mutui casa sono state argomento di un'audizione della sottocommissione Mercati dei capitali della Commissione Servizi Finanziari della Camera dei Rappresentanti il 27 settembre. I lavori sono stati presieduti dal democratico Paul Kanjorski, che ha ripetutamente caratterizzato quella dei mutui come “una crisi finanziaria sistemica” che minaccia di far fallire le banche proprio come accaduto con la Northern Rock in Inghilterra e ad altre banche in Europa.
“Sono stati errori sistemici senza precedenti, commessi dalle agenzie di rating, che interessano prodotti finanziari d'ogni tipo; ciò che ora mi preoccupa sono i rischi di fallimenti sistemici nel sistema finanziario internazionale”, ha detto in apertura Kanjorski. Convocato a deporre, Shaun Mathis della banca d'investimento Miller Mathis ha detto che la crisi è tutt'altro che passata: “I mercati finanziari corrono i rischi maggiori dall'epoca della Grande Depressione. Non c'è nulla di piccolo o circoscritto in questo problema. Vi saranno collassi” di banche e finanziarie.
Kanjorski si è rivolto ai presenti, tra cui esponenti di S&P e Moody's, chiedendo se qualcuno di essi non ritenesse che la crisi rappresenti una minaccia sistemica. Rivolgendosi espressamente al prof. Joseph Mason della Drexel University, ha detto: “Lei ci dice che il 10% degli asset delle banche USA poggiano su veicoli strutturati di investimento (SIV), in particolare su migliaia di miliardi di dollari di CDO (obbligazioni collaterali di debito); riusciranno le banche a sopravvivere al tracollo di questi CDO? Dispongono cioè della base capitale per sopravvivere?” Mason ha risposto: “No, e nemmeno la FDIC ha le risorse occorrenti in tal caso”. La FDIC è l'ente federale che assicura i depositi.
La repubblicana Deborah Pryce, eletta in un distretto dell'Ohio particolarmente colpito dai pignoramenti e dal crollo della banca National City, ha criticato le agenzie di rating perché ancora si rifiutano di decidere la retrocessione di intere categorie di titoli emessi sui mutui, limitandosi ad abbassare il rating solo dei titoli già crollati. Molto duro anche Gary Ackerman, democratico di New York, che ha accusato le agenzie di rating di truffa e di manipolazione dei mercati dei titoli: “La truffa è un reato punito dal codice penale federale”, ha detto.

Al Brookings si discute la crisi dei mercati
Il 26 settembre l'Hamilton Project del Brookings Institution ha organizzato un forum sul tema “Sconquassi recenti sul mercato finanziario: implicazioni per l'economia e le famiglie americane”. Il discorso di apertura è stato pronunciato dall'ex ministro del Tesoro di Clinton, Robert Rubin, figura di riferimento nell'Hamilton Project e presidente del Comitato Esecutivo di Citigroup. Rubin si è detto convinto che “occorre prendere decisioni subito” e per questo motivo ha convocato tale incontro, senza preparare documenti da presentare ai lavori, come vuole la prassi.
Alla tavola rotonda, moderata da Gerald F. Seid del Wall Street Journal, hanno partecipato Roger C. Alman di Evercore Partners; Douglas W. Wilmendorf del Brookings Institution, Erich Mindich di Eton Park Capital Management, Robert K. Steel del Dipartimento del Tesoro e Lawrence H. Summers dell'Università di Harvard.
Introducendo i lavori, Rubin ha proposto i temi della discussione: le cause della crisi, rischio di diffusione e aggravamento, misure per contrastarla, limiti nel sistema di regolamento posti in rilievo dalla crisi. Da parte sua Rubin ritiene “molto incerto” l'esito della congiuntura finanziaria. Ha negato di essere favorevole a regole più rigide ed ha sostenuto che occorre “considerare la necessità di migliorare la qualità del capitale e delle riserve per ridurre l'esposizione al rischio”. Come regolamentare hedge funds ed equity funds è un tema che si può discutere ma che secondo lui a questo punto non produce dei risultati produttivi.
Rubin è stato praticamente contestato, sebbene indirettamente, sia da Altman che da Summers che hanno chiaramente detto di ritenere la crisi non molto grave. Secondo il primo lo sfascio della bolla immobiliare è un fenomeno “naturale”, niente di straordinario, e tutto sommato il sistema gode di buona salute. Più allarmato è stato Erich Mindich, secondo il quale vi sono dal 40 al 60 per cento di possibilità che la crisi si propaghi, ed ha parlato espressamente di “de-leveraging”, l'effetto di ribaltamento della leva che consente di moltiplicare i capitali speculativi. Ha menzionato a tale proposito la crisi della Northern Rock in Inghilterra e il pericolo di casi analoghi negli USA.
A proposito della piaga dei pignoramenti la discussione si è limitata a cercare misure per aiutare chi non riesce a pagare il mutuo a ristrutturare le proprie finanze, così come vuole la Casa Bianca e come è stato avallato dal Congresso.


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