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Avviato il dibattito sul nucleare in Commissione parlamentare

15 ottobre 2007 – La Commissione Attività Produttive della Camera ha iniziato la discussione sulla proposta di legge 2211 sul nucleare, presentata dal gruppo di Alleanza Nazionale. Nella prima seduta di discussione, tenutasi mercoledì 10 ottobre, è già emersa una convergenza tra i gruppi moderati dei due schieramenti a favore di una svolta che reintroduca in Italia l'uso del nucleare a scopo pacifico, anche se persistono pregiudizi sulla tecnologia della "terza generazione", cioè quella attuale. Come abbiamo spesso ripetuto, non esiste alternativa all'uso del nucleare nell'economia del futuro, compreso il passaggio all'idrogeno nei mezzi di locomozione. Ci si auspica quindi che anche questi ultimi pregiudizi cadano in modo da poter avviare nel nostro paese un programma serio di costruzione di impianti nucleari.
In commissione, hanno preso la parola l'ulivista Ruggero Ruggeri, il democristiano (UDC) Luigi D'Agrò e il sottosegretario allo Sviluppo Economico Alfonso Gianni. Quest'ultimo ha rappresentato la posizione del suo partito (PRC), che è contrario al nucleare anche se al suo interno stanno maturando posizioni più responsabili. Gianni ha tuttavia riconosciuto che uno dei vantaggi del nucleare "sia innegabilmente da associare al fatto che l'introduzione del nucleare può agevolare le politiche di riduzione dell'emissione di anidride carbonica", citando a tal proposito l'esempio della Gran Bretagna che ha promosso un referendum sulla scelta di utilizzare il nucleare per ridurre le emissioni e della Finlandia che ha previsto la realizzaizone di interventi nel settore nucleare negli anni 2008 e 2011, nonché della Germania e della Francia che hanno preannunciato la realizzazione di reattori EPR.
Ruggeri ha sottolineato che nel centro-sinistra esiste sicuramente un "tabù" di origine culturale, che va probabilmente superato attraverso un esame obiettivo e approfondito, e che tra gli aspetti positivi del nucleare c'è quello del conseguimento di una maggiore autonomia energetica attraverso l'introduzione dell'energia nucleare. Egli ha inoltre simpaticamente ricordato che il tema del nucleare può essere considerato un tema quasi "fondante" dell'Unione Europea, sottolineando in particolare che una delle tre comunità europee (EURATOM) fa proprio riferimento al tema dell'energia. Il rappresentante ulivista, purtroppo, si è detto convinto che nell'attuale situazione politico-parlamentare non ci siano le condizioni necessarie per arrivare all'approvazione della proposta in esame che, ricordiamo, chiede di ridurre del 50% la dipendenza energetica dell'Italia dall'estero entro il 2020.
L'onorevole D'Agrò ha preannunciato la presentazione di una proposta di legge propria dell'UDC, e ha auspicato che la discussione parlamentare possa costituire finalmente un cambio di rotta deciso rispetto al passato, conducendo a "risultati concreti". D'Agrò ha giustamente ricordato che le posizioni ambientaliste progressiste sono quelle favorevoli al nucleare, e ha sostenuto che il nucleare costituisce ormai un passo obbligato per la vita politica italiana, anche alla luce del fatto che i problemi relativi all'approviggionamento energetico si stanno ponendo sempre di più allattenzione dell'opinione pubblica e che per la soluzione di tali problemi si è forse dato troppo risalto ad argomenti come quelli dei rigassificatori e delle fonti energetiche alternative. Dando atto al governo di avere reentemente mutato il proprio atteggiamento, come ha segnalato il ministro Bersani, D'Agrò si è augurato che l'ampiezza del tempo a disposizione - l'iter parlamentare durerà alcuni mesi - deve spronare ad avviare un percorso di approfondimento e confronto, condividendo, maggioranza e opposizione, un percorso di conscenza che porti ad un risultato utile per il Paese.


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