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Biocarburanti: gli inglesi vendono “acqua di fuoco” agli USA

22 ottobre 2007 – È partita con una conferenza a Houston, il 15 ottobre, un'iniziativa promossa dalla Camera di commercio inglese e dai consolati britannici negli USA volta a mostrare “un esempio dell'innovazione britannica nella prossima generazione di biocarburanti e tecnologie relative”.
I soldi arrivano soprattutto dalla Royal Bank of Scotland e dalla BP. Le varie conferenze in programma mirano a incoraggiare gli “imprenditori” statunitensi ad unirsi a quelli inglesi per costituire un “consenso” ai biocarburanti. L'etanolo, presentato per anni come la soluzione ottimale dai biobirbanti, adesso suscita perplessità. Lo hanno ammesso in tanti alla conferenza: chiunque capisce che se si vende “cibo come carburante” qualcosa non quadra, presenta l'inconveniente di “conseguenze indesiderate”, come la fame nel mondo, richiede l'uso di tanta acqua, è poco efficiente, promuove la deforestazione e tanti problemi ambientali.
Non di meno, tutti erano d'accordo nel dire che i biocarburanti servono a sostituire gli idrocarburi sulla via dell'esaurimento, rimedierebbero persino al problema C02/riscaldamento globale e sono etichettati come energia sicura. Qualcuno ha persino ha caldeggiato l'idea di creare piantagioni per i biocarburanti in Africa.
Il clima però era mogio, perché insomma la tecnologia, direbbe Totò, è proprio una ciofeca: chi aveva pensato di ricorrere ai microbi affinché dessero una mano nel processo di distillazione ha ammesso che la cosa non funziona. In merito all'altra possibilità, le cosidette tecnologie “cellulosiche”, l'ex presidente della Shell Technology Ventures Ricardo Rodriguez ha dovuto ammettere: “I risultati sono pochi ed i costi elevati. Al momento non consideriamo queste tecnologie economicamente efficienti”.
Ma questo non scoraggia elementi come il console britannico a Houston, che in una conversazione privata ha detto al corrispondente dell'EIR che egli ed altri consoli in altre città si dedicheranno a promuovere questa causa. Ad un inglese che chiedeva che cosa avessero da protestare “quei tipi” all'entrata della conferenza, ha risposto un professore dell'università del Texas “Sono quelli di LaRouche. Sono convinti che l'unica soluzione sia il nucleare”.


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