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Il nuovo trattato europeo e la supremazia britannica

29 ottobre 2007 – Il trattato europeo “semplificato”, o Trattato di Riforma dell'UE, accettato dai capi di stato a Lisbona il 18-19 ottobre, è una riedizione della proposta di Costituzione solennemente bocciata dai referendum in Francia e Olanda nel 2005. In barba alla volontà popolare, il pezzo di carta è sottoposto all'approvazione dei parlamenti. Scopo del trattato, nella sostanza, è mettere fuorilegge ogni possibilità di effettuare una svolta roosveltiana per sottrarre le economie europee alla depressione imperante. L'emissione di credito da parte dello stato, come prescrisse Hamilton nel creare la potenza economica americana, è messa al bando. Senza una sovranità propria in materia di credito, i paesi europei saranno schiavi delle catene finanziarie della City di Londra. “La maggior parte delle innovanzioni della Costituzione [respinta] del 2005 è stata preservata”, gongola il Centro Europeo per gli Studi Politici di Bruxelles. Soddisfatto anche Giscard d'Estaing, che conferma: il 95% del contenuto è rimasto. Questa minestra riscaldata è soprattutto opera di Angela Merkel e di Nicolas Sarkozy. Tra le novità c'è la carica del Presidente permanente, con un mandato di 30 mesi, che potrà proporre leggi e porre il veto. Il favorito nella corsa per quella carica è attualmente Tony Blair. C'è poi il trasferimento, ad un organismo che nessuno ha eletto, delle competenze in cinquanta settori, tra cui quelli fondamentali: energia, giustizia, polizia, immigrazione, asilo, politica estera ecc. Ma Londra mantiene il privilegio di non essere obbligata a rispettare la Carta dei diritti fondamentali, dunque può rifiutarsi di collaborare in materia di giustizia e polizia.


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