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UE: la direttiva Midif porta maggiore deregolamentazione

8 novembre 2007 – Il 1 novembre è entrata in vigore la direttiva UE sui servizi d'investimento Mifid. L'atto unico europeo del febbraio 1986 fu sottoscritto esplicitamente per creare “un mercato unico per la libera circolazione delle persone e delle merci”. Il Mifid è stato concepito per completare il processo allora iniziato, eliminando ogni ostacolo che resta al saccheggio finanziario dell'area euro e portare ad una maggiore coesione le attività delle banche, delle assicurazioni e delle finanziarie di diverso tipo.
I due obiettivi del Mifid sono:
1) Arrivare ad un “passaporto europeo” grazie al quale le imprese finanziarie che sono autorizzate ad operare in uno stato membro saranno autorizzate in tutti gli altri stati membri.
2) Spezzare il monopolio che un'istituzione esercita nel mercato dei titoli in un paese, soprattutto nelle borse, consentendo la competizione completa tra tre tipi di imprese finanziarie: 1) quelle che trattano titoli di borsa, 2) i nuovi sistemi multilaterali di negoziazione (Multilateral Trading Funds -- MTF), che a differenza delle prime non hanno la facoltà di quotare nuove imprese in borsa, 3) finanziarie che possono eseguire ordini dei propri clienti al di fuori del mercato regolamentato oppure di un MTF. Si racconta che il nuovo sistema offrirà sistemi più abbordabili e accessibibili a chiunque sia interessato al trading.
Un esempio delle nuove possibilità è rappresentato dalla piattaforma MTF congiuntamente creata da MYSE/Euronext, BNP Paribas e HSBC. La chiamano Smart Pool e dovrebbe trattare grandi quantità di azioni europee. A differenza della borsa tradizionale, in cui chi effettua le operazioni deve prima offrire una buona trasparenza, la Smart Pool consentirà ai suoi clienti di operare in segreto, senza dichiarare nulla sui volumi e sui prezzi che intendono trattare! Questa è la risposta che è stata trovata dalle istituzioni finanziarie che intendono limitare l'impatto delle informazioni sul mercato. Tutte le informazioni di Smart Pool saranno invece rese pubbliche solo a trattativa conclusa, come prevedono le direttive Mifid.
I titoli che rientrano sotto l'autorità della Mifid sono le azioni, le obbligazioni, i fondi comuni, i trackers (strumenti basati sugli indici azionari), i warrants (opzioni di acquisto o di vendita su strumenti finanziari chiamati calls e put) e prodotti derivati. Secondo Bloomberg, “grandi banche d'investimento si preparano ad invadere l'orto” del mercato borsistico europeo, operando come piattaforme alternative.
La Mifid ha avuto un effetto negativo in Italia già prima di entrare in effetto: ha bloccato un emendamento alla finanziaria che mirava ad arginare il fenomeno dei derivati degli enti locali, introducendo l'obbligo di rischio per la banca nel caso che il rischio superi la cifra pattuita nel contratto. Rifacendosi alla direttiva Mifid che vieta la condivisione del rischio per la controparte, questa clausola nell'emendamento bipartizan è stata respinta dal relatore di maggioranza.
Tutto il processo evidentemente sortisce l'effetto di allontanare i flussi finanziari dalle attività utili e produttive ed incrementare la speculazione distruttiva delle acquisizioni con debiti da scaricare sull'impresa acquisita. Se non si fa niente per impedirlo, questo processo condurrà ad esiti analoghi al fascismo finanziario degli anni Trenta.


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