Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

I militari israeliani ricercano la pace con la Siria

19 novembre 2007 – Mentre il vicepresidente Dick Cheney ricerca forsennatamente il “cambiamento di regime” in Siria, lo stato maggiore delle forze di difesa israeliane (IDF) sostiene entusiasticamente l'appello del presidente siriano Bashar Assad per negoziare un accordo di pace tra Siria ed Israele. Ron Ben Yishai, esperto di sicurezza del quotidiano Yediot Ahronot, riferiva che sotto le pressioni dei vertici IDF il ministro della Difesa Ehud Barak si è dedicato a convincere il Primo Ministro Ehud Olmert. Barak e i militari ripongono poche speranze nel vertice sponsorizzato dall'amministrazione Bush, in programma alla fine del mese ad Annapolis nel Maryland, a meno che sullo stesso tavolo non si tratti la questione siriana oltre a quella palestinese-israeliana.
“Dopo 60 anni di esistenza lo Stato di Israele deve stabilire dei confini permanenti creando così le condizioni necessarie a raggiungere e ratificare gli accordi”, ha affermato un alto ufficiale. “Adesso possiamo raggiungere questa situazione con la Siria, ma non ancora con i Palestinesi”. Un tale accordo influenzerebbe positivamente i negoziati della pace israeliano-palestinese. “Se non cerchiamo almeno di raggiungere un accordo con la Siria danneggeremo noi stessi”. Esprimendosi sulla restituzione delle Alture del Golan come prezzo della pace, l'ufficiale ha spiegato: “Tutti sappiamo che cosa vuole la Siria e che cosa il precedente governo israeliano ha accettato di dare. Per me è chiaro che se ci sarà una nuova guerra, la vinceremo. Ma questa guerra provocherebbe terribili distruzioni e vittime da ambo le parti, e quando sarà finita, andremo al tavolo dei negoziati con i siriani e raggiungeremo un accordo. Perché allora compiere questa marcia della follia? Perché non cercare di avviare un negoziato subito per raggiungere lo stesso risultato che si prospetta dopo la guerra? Secondo me la Siria è oggi pronta a questi colloqui”.
Mentre Barak e gli ufficiali si rendono conto che mentre non può permettersi il lusso di disertare la conferenza di Annapolis, “Israele deve avviare i negoziati con i siriani. Inizialmente ciò dev'essere fatto in maniera defilata, tramite mediatori (come ad esempio la Turchia), e poi apertamente”. Yediot Ahronot riferisce anche che Ehud Barak vede negoziati del genere anche come parte di un'iniziativa più ampia da parte israeliana che avrebbe al centro i colloqui di pace con la Siria. Commentando l'affermazione di Barak, Lyndon LaRouche sostiene che “questo è l'unico modo di salvare la conferenza di Annapolis”. All'inizio dell'anno LaRouche aveva pienamente sostenuto gli appelli per i colloqui di pace lanciati da Assad e dal presidente israeliano Shimon Peres.


[inizio pagina]

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

MoviSol.org

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà