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Il LYM produce un dossier contro i videogame killer, MySpace e Facebook

3 dicembre 2007 – Dopo il dossier denuncia del 2006, intitolato “C'è Goebbels in questo campus?”, il LaRouche Youth Movement è tornato a denunciare un'operazione scaturita dalla Revolution in Military Affais, la nota dottrina del Pentagono secondo cui non occorrono più un esercito regolare, tattiche e strategie tradizionali, ma bastano le superarmi, l'informatica e le tecniche di condizionamento della personalità di legionari d'élite.
Il nuovo dossier è intitolato “La Noosfera vs. la Blogosfera: c'è il diavolo nel tuo laptop?” e una prima tiratura di 250 mila copie è già in distribuzione nelle grandi università USA.
Il pamphlet denuncia i giganti del social networking, MySpace e Facebook, e i killergames come promotori del fenomeno degli “stragisti suicidi dell'occidente”, ma anche quello del controllo sociale in cui si esercitano Rupert Murdoch, sir Bill Gates e altri personaggi simili in operazioni di reclutamento dei giovani in quelle che sono le sette della realtà virtuale da cui escono i giovani stragisti suicidi. La risposta alla distribuzione di massa del nuovo opuscolo è molto importante per mettere a fuoco la dinamica di questa operazione e articolare quindi nuove denunce. Il LYM si ripromette al tempo stesso di allargare così le proprie file di giovani interessati alle idee di LaRouche, soprattutto a riguardo dell'economia, della musica classia e della scienza, cose che proprio non trovano su MySpace e Facebook. L'opuscolo in inglese è disponibile qui >>

Gli psicologi tedeschi chiedono di proibire i killer games

L'associazione tedesca dei psicoterapeuti (GwG) ha diffuso il 28 novembre una dichiarazione in cui chiede che siano messi al bando i videogiochi violenti sempre più diffusi tra i giovani.
La GwG sottolinea che il settore fa affari d'oro nel periodo prenatalizio, ma per molti ragazzi “i giochi violenti sono una catastrofe dal punto di vista dello sviluppo psicologico”, in quanto con questi giochi vengono evocati e gratificati i loro istinti ad uccidere e torturare. La GwG, che è la più numerosa associazione europea in questo settore, esige che siano messi fuori legge i giochi che glorificano la violenza. “Per l'anima, i killer game sono come i terreni minati”, afferma Elke Ostbomk-Fischer, ricercatrice universitaria ed esponente del GwG, che aggiunge: “Il disprezzo dei media nei confronti dei giovani ha raggiunto negli ultimi anni una dimensione terrificante, tale per cui chi detiene le responsabilità politiche dovrebbe prendere iniziative immediate, prima che un'intera generazione di ragazzi e bambini venga risucchiata in questa spirale di violenza ... Molti di questi giochi sono disumani e violano la Costituzione Tedesca. Pertanto la loro produzione e distribuzione dovrebbe essere perseguita a norma di legge”.
La dichiarazione della GwG spiega inoltre che sono sempre piú numerosi i giovani che perdono la compassione naturale a seguito di una immersione protratta per diverse ore al giorno in giochi fatti di crudeltà, in cui distruzione e morte vengono presentate come motivo di svago e di successo. Di conseguenza i giovani si comportano in maniera sempre più aggressiva e la loro comprensione delle regole della convivenza civile e della cooperazione umana diventa sempre più remota e difficile.
La dichiarazione della GwG fa anche riferimento ad un documento (2007-0001-0100) del Bundesrat, la camera alta del parlamento tedesco, in cui i killer games sono definiti “applicativi d'intrattenimento interattivo che presentano azioni crudeli e talvolta disumane contro esseri dall'apparenza umana o simile, e consentono a chi gioca di prendere parte alle azioni violente di questo tipo”. Si tratta di videogames originariamente sviluppati per le forze armate USA in cui sono simulate situazioni di combattimento, e “il loro scopo è eliminare l'inibizione propria dei soldati ad uccidere, e di aumentare la loro 'efficienza nell'uccidere'. Lo psicologo militare USA David Grossman sostiene che metodi di condizionamento alla violenza di questo tipo funzionano allo stesso modo sui bambini ed i ragazzi quando si dedicano intensamente a giocare con questi programmi orientati alla violenza”.


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