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Il candidato russo Medvedev condivide l'ammirazione di Putin per Roosevelt

17 dicembre 2007 – Una schiarita sulla transizione al vertice dello stato russo è giunta il 10 dicembre, quando il primo vice primo ministro Dmitri Medvedev è stato accettato dai quattro partiti politici come candidato alla successione a Putin nella carica di Presidente della Russia nelle elezioni in programma per il 2 marzo. Uno dei partiti è Russia Unita, che nelle amministrative del 2 dicembre ha raccolto il 64% dei suffragi ed ha come capolista Vladimir Putin. Una volta eletto, Medvedev si ripromette di nominare Putin primo ministro.
Medvedev collabora con Putin da 17 anni e negli ultimi due anni, con l'incarico di primo vice primo ministro, si è occupato di quattro Progetti Nazionali: edilizia, sanità, agricoltura e scienza. Questi sono i settori più colpiti dallo smantellamento dell'economia russa nel corso degli anni Novanta. Egli è inoltre presidente del CdA di Gazprom.
Medvedev è stato descritto come il più “liberal” tra i candidati alla successione di Putin. All'altro estremo della categoria ci sono Sergei Ivanov, primo vice primo ministro ben collegato agli ambienti della difesa e dell'intelligence, oppure Victor Zubkov di stampo manageriale, nominato da Putin primo ministro l'autunno scorso. A guardar meglio però, nelle dichiarazioni pubbliche di Medvedev si scopre che nelle questioni strategiche più importanti il suo approccio è molto simile a quello dello stesso Putin, soprattutto per quanto concerne la necessità di realizzare grandi progetti ricorrendo ad una impostazione rooseveltiana dell'economia. Questo è l'approccio che Medvedev ha dimostrato anche nell'affrontare i temi della crisi finanziaria globale e nella ricerca di una soluzione “eurasiatica” alle minacce contro l'integrità territoriale e politica della Russia.
In un'intervista del 2 novembre 2007, Interfax aveva chiesto a Medvedev se ritiene che occorrano ancora altri Progetti Nazionali come quelli da lui coordinati. Ha risposto con una panoramica storica: “Come lei sa, un Progetto Nazionale nasce nel momento in cui la società o lo stato incappano in problemi di vaste dimensioni ... [ad esempio] la riforma agraria del 1861 [l'abolizione della servitù della gleba decretata dallo zar Alessandro II] o la ricostruzione dell'economia dopo la Grande Guerra Patriottica [la seconda guerra mondiale]. Nel giro di tre o quattro anni siamo riusciti ad estrarre questo paese enorme da sotto le macerie ... E vi sono esempi anche in altri paesi. Sono convinto che anche il famoso New Deal del presidente americano Roosevelt, alla fine degli anni Venti e inizio degli anni Trenta, può essere considerato un Grande Progetto Nazionale, il progetto per uscire dalla Depressione”. Alla fine degli anni Novanta, ha aggiunto Medvedev, anche la Russia versava in una Depressione “legata al crollo dello stato precedente e dell'economia, ed anche alla mancanza di preparazione emotiva ai cambiamenti che si stavano verificando”, ed è in tale frangente che è stato creato l'attuale concetto di Progetti Nazionali per far fronte a queste sfide.
Ad un seminario dell'EIR tenutosi a Berlino il 27 giugno 2006, il prof. Stanislav Menshikov ha riferito alcuni commenti che Medvedev aveva rilasciato in occasione di un congresso economico sul tema della crisi finanziaria mondiale e sulle riforme monetarie. Egli disse tra l'altro, nelle parole di Menshikov, che la Russia dev'essere integrata nell'economia mondiale: “Non possiamo andare avanti con il sistema monetario vigente perché presenta fluttuazioni dei cambi troppo grandi. Non ha detto esattamente che dobbiamo avere tassi di cambio fissi, ma ritengo che quella fu una dichiarazione molto importante”.
Il 21 luglio 2007 Medvedev ha affermato che la crisi del dollaro USA “potrebbe assumere una natura generale e globale”. Sempre secondo Interfax ha poi aggiunto: “Potrebbe determinarsi una situazione in cui noi Cina e qualche altro paese asiatico cominceremo a discutere della creazione di una moneta di riserva regionale. Potrebbe essere lo yuan, ma è nostro interesse che sia il rublo”.
Al Forum Economico di San Pietroburgo del giugno scorso, anche il presidente Putin ha sottolineato che la situazione è matura per stabilire diverse monete di riserva, tra le quali il rublo.
Al vertice economico di Davos del gennaio 2007 Medvedev dichiarò: “L'economia russa si assumerà il proprio compito storico di centro eurasiatico per l'energia e i trasporti”. Senza dedicarsi a tale compito, la Russia potrebbe perdere il controllo sulla Siberia che è sottopopolata, ha fatto intendere Medvedev. Intervistato dalla rivista Expert nell'aprile 2006, Medvedev affermò: “Se non sviluppiamo le regioni orientali la Russia non potrà sopravvivere come un tutto integrale ... Dobbiamo fare del tutto per aumentare la popolazione in quelle regioni. Altrimenti l'Estremo Oriente diventerà un luogo freddo, vuoto e dimenticato, oppure si verificherà qualcos'altro”.


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