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La distruzione dei nastri della CIA e le responsabilità di Cheney

7 gennaio 2008 – Il 2 gennaio l'Attorney General Michael Mukasey ha annunciato l'apertura di un'indagine del ministero di Giustizia sulla distruzione delle registrazioni degli interrogatori della CIA nel 2005. Se non sarà insabbiata, l'inchiesta potrebbe trasformare in uno scontro aperto la guerra sotterranea che si protrae da anni tra la CIA e la fazione di Cheney alla Casa Bianca.
È ben noto, a Washington, che il vicepresidente ha più di ogni altro caldeggiato il ricorso alla tortura nella cosiddetta “guerra al terrorismo” e che ha incoraggiato altre iniziative che ogni nazione civile considera crimine di guerra. Meno noto è il fatto che il personale più esperto, nella CIA e tra i militari, si è opposto al ricorso alla tortura ed alle “tecniche di interrogatorio” imposte dalla Casa Bianca per ordine di Cheney.
Le registrazioni in questione riguarderebbero gli interrogatori e la tortura di due presunti dirigenti di Al Qaeda, nel 2002. Uno di essi, Abu Zubaydah, sarebbe crollato solo dopo qualche minuto di “waterboarding”, una forma di annegamento controllato che spinge la vittima al panico al punto da concedere agli aguzzini tutto ciò che vogliono. Abu Zubaydah, e lo stesso si dice anche di Khalid Sheikh Muhammad, ha “cantato” dopo essere stato sottoposto a waterboarding. Gli analisti dell'intelligence però hanno messo in dubbio le loro affermazioni, tanto che alcuni le ritenevano panzane complete.
Jose Rodriguez, il funzionario della CIA che dice di aver autorizzato la distruzione dei nastri, sembra voglioso di raccontare come sia andata davvero ed è pronto a farlo anche di fronte al Congresso. Secondo l'ex ufficiale della CIA Larry Johnson, Rodriguez “probabilmente è il meno colpevole nell'intera vicenda ... non è che si è svegliato una mattina ed ha deciso 'adesso distruggo i nastri'. Si è consultato con tante persone ed avrà opportunità di parlare”.
Prima che le registrazioni fossero distrutte, tra i funzionari della CIA ed i consulenti legali della Casa Bianca ci sono stati molti incontri, riferisce il New York Times. Alle consultazioni avrebbe partecipato anche David Addington, il consigliere legale di Dick Cheney, che secondo gli insider ha avuto il sopravvento anche sugli stessi legali del presidente.


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