Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

 

 

Dichiarazione del consiglio direttivo del Movimento Solidarietà sulla crisi di governo

 

Serve un governo politico per affrontare il crollo del sistema finanziario internazionale

 

27 gennaio 2008 – Dopo la caduta dell’esecutivo guidato da Romano Prodi, l’Italia si trova senza governo in mezzo ad una crisi finanziaria che minaccia le fondamenta dell’economia mondiale. Come il Movimento Solidarietà ha ampiamente documentato negli ultimi anni, l’economia reale è stata progressivamente sventrata da una serie di bolle speculative all’insegna di un dirigismo all’inverso: più speculazione, e meno produzione. Ora la crisi dei mutui subprime ha messo a nudo la condizione di bancarotta del sistema bancario internazionale, che cerca disperatamente di nascondere i centinaia di miliardi di dollari di perdite che hanno accumulato le banche con il miracolo dell”innovazione finanziaria”. E nel frattempo le rate dei mutui aumentano in modo vertiginoso, le famiglie non arrivano a fine mese, e le imprese si trovano schiacciate da una crisi che chiude i rubinetti del credito necessario per l’economia produttiva.

            In questa situazione, è meglio non scordare le immagini più drammatiche degli ultimi mesi, che potrebbero ben estendersi si non ci sarà una brusca virata da parte delle autorità politiche e monetarie: le code davanti agli sportelli della banca inglese “Northern Rock”, coinvolta (come tutte le banche) nella l’orgia speculativa degli ultimi anni. Così la domanda “quale sarebbe il migliore governo in questo momento”, ci porta ad un altro interrogativo: “Chi preferisci avere al governo se la tua banca fallisce?”. Sicuramente non un banchiere, e neppure un tecnico di quelli che davanti ai banchieri scattano sull’attenti. Vorresti avere al governo una persona che abbia al cuore l’interesse generale, uno che tra i soldi dei risparmiatori e quelli degli hedge funds salverebbe i primi e non si preoccuperebbe dei secondi.

            Di conseguenza, i tentativi di creare un governo “tecnico”, magari guidato da un personaggio che ispira “fiducia” alla comunità finanziaria internazionale, sono da evitare come la peste. Il piano di coloro che rispondono agli interessi della finanza è di piazzare il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi a Palazzo Chigi, con il compito di attuare “urgenti riforme strutturali”. E si può stare sicuri che tali riforme andrebbero ben oltre il varo di una nuova legge elettorale. Quante volte negli ultimi anni abbiamo sentito parlare della necessità di ridurre drasticamente la spesa previdenziale, e di rendere più “efficienti” i servizi sociali (che inevitabilmente significa tagliarne i fondi)? E non si dimentichi che qualsiasi tentativo di utilizzare i fondi statali per rilanciare l’economia o aiutare le fasce più deboli della popolazione viene subito bocciato dalle istituzioni europee perché serve ridurre il debito pubblico.

Chi ha a cuore gli interessi della popolazione deve capire che le “riforme strutturali” di questo tipo sono semplicemente un altro modo di far passare una politica iperliberista che distruggerebbe ulteriormente la capacità produttiva del paese e allargherebbe la forbice tra ricchi e poveri. Dunque, qual è l'alternativa? Per quanto gli italiani siano trascinati dal vento dell'"antipolitica", purtuttavia essi devono capire che solo un governo politico può offrire una potenziale, benché minima, garanzia. Per questo motivo l’Italia ha bisogno di un governo politico in questo momento. Che si vada alle elezioni a breve, oppure che vengano rinviate per cambiare la legge elettorale, serve un governo fatto di politici, con personaggi di spicco dei maggiori partiti, che in qualche modo sono chiamati a rispondere agli interessi della gente.

Certo, è fin troppo evidente che gli ultimi governi hanno mancato di affrontare le cause dell’attuale crisi – che erano evidenti ben prima dello scoppio della bolla dei subprime – e in questo senso hanno meritato il giudizio universalmente negativo. Ma è pur vero che esponenti politici di diversi schieramenti in Italia hanno già dimostrato la capacità di andare oltre le risse che solitamente caratterizzano la “dialettica” italiana, e di guardare ai problemi più essenziali. Nel 2005, la Camera dei Deputati ha approvato una mozione chiedendo una nuova conferenza di Bretton Woods, come proposta dall’economista e leader democratico americano Lyndon LaRouche, per porre fine alle bolle speculative e ricostruire l’economia reale. Simili iniziative sono state discusse anche al Senato e in numerosi sedi in tutt’Italia. La convergenza raggiunta nella conferenza pubblica all'Hotel Nazionale a Roma lo scorso 6 giugno tra LaRouche, Giulio Tremonti e Alfonso Gianni, per il rilancio di una politica rooseveltiana, indica la strada maestra per un paese che deve contribuire a garantire un futuro per la popolazione mondiale.

Il Movimento Solidarietà chiede al Presidente della Repubblica di conferire il mandato ad una personalità di alto profilo politico e ribadisce il proprio impegno ad incalzare il futuro governo affinché adotti i programmi e le soluzioni indicate da Lyndon LaRouche.

 

Link:

 

DDL per la protezione dei proprietari di case e delle banche

 

Confronto a tre con LaRouche, Gianni e Tremonti

 

La Nuova Bretton Woods al Parlamento italiano


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