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L'on. Mario Lettieri, a destra, insieme a Lyndon LaRouche ad un seminario dell'EIR a Berlino nel 2005

 

Lettieri su Nuova Bretton Woods
e “Firewall”

 

Pubblichiamo in anteprima, per gentile concessione, il testo di un’intervista al sottosegretario all’Economia e alle Finanze Mario Lettieri che uscirà sul numero 14 del settimanale Executive Intelligence Review e sarà consultabile sul sito www.larouchepub.com. L’intervista è stata condotta dal vicepresidente di Movisol e condirettore dello EIR Strategic Alert Service Claudio Celani.

EIR: Il dibattito elettorale è polarizzato dalla “campagna” di Giulio Tremonti per una nuova Bretton Woods. Che ne pensa, dato che uno dei primi a proporla fu lei, con una risoluzione approvata dalla Camera nel 2005?

Lettieri: Nella legislatura 2001/2006 come da Lei ricordato, presentai alla Camera una specifica mozione, che fu approvata il 6 aprile 2005. essa recepiva il dibattito che negli ambienti più sensibili a tali problematiche si svolgeva a livello mondiale, anche sulla base delle proposte del professor LaRouche.

 La mozione non solo fu sottoscritta da diversi parlamentari di vari gruppi, ma suscitò anche un approfondito dibattito in sede parlamentare. Si impegnava il Governo ad intraprendere le iniziative necessarie per arrivare alla convocazione di una conferenza internazionale a livello di capi di stato e di governo al fine di definire un nuovo e più giusto sistema monetario e finanziario. Nel testo a mia firma si faceva riferimento esplicito ad una nuova Bretton Woods, mentre in quello approvato si rimase più sul generico.

EIR: Dunque lei appoggia la proposta di Tremonti?

Lettieri:  È positivo che anche Tremonti  condivida e sostenga la necessità di dar luogo ad una nuova architettura economico finanziaria a livello mondiale.  Quando si parla di Bretton Woods occorre pensare al grande presidente americano Franklin D. Roosevelt, che  fu il presidente del “New Deal” e del “cittadino dimenticato”. Egli seppe unire l’America dietro un grande programma di rinascita economica ma anche sociale. Roosevelt creò lo stato sociale, creò occupazione e difese i diritti dei lavoratori. Roosevelt fu il presidente che sconfisse il nazifascismo e fu osteggiato dalla destra americana.

EIR: La crisi finanziaria ha subito un’accelerazione drammatica, con il crollo della Bear Stearns e l’intervento della Fed come “prestatore di ultima istanza”. Commentando, Lyndon LaRouche ha invitato a intervenire immediatamente con un “firewall”, una “muraglia” (come fece proprio Roosevelt) per proteggere sia i mutuatari che le banche dai fondi speculativi. Un salvataggio a pioggia, senza questa muraglia, secondo LaRouche, può salvare qualche banca ma ci porterà l’iperinflazione. E’ d’accordo?

Lettieri: La proposta di LaRouche è molto saggia. Bisognerebbe trovare il modo di poter separare la parte speculativa del sistema finanziario da quella legata all’economia reale, alle imprese, alla vita delle famiglie. Se ciò avviene, penso che il costo di ricapitalizzazione del sistema bancario possa essere contenuto entro dimensioni accettabili. Certo, occorre un sistema di regole che permetta poi di incanalare i flussi finanziari negli investimenti, far sì che il sistema bancario partecipi attivamente allo sviluppo dell’economia reale, delle infrastrutture ecc. Ecco, questo dovrebbe essere lo scopo della nuova Bretton Woods e di una politica rooseveltiana oggi. La eccessiva finanziarizzazione dell’economia, la forte speculazione sui prodotti petroliferi e i persistenti squilibri sociali e territoriali impongono ai governi e agli organismi internazionali di percorrere nuove strade, una delle quali è sicuramente la rivisitazione del sistema sorto nel 1944 a Bretton Woods.


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