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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Appelli per una Nuova Bretton Woods

12 maggio 2008 – L’edizione del 5 maggio del quotidiano Le Figaro ha dedicato un’intera pagina ai due ex primi ministri Michel Rocard, socialista, e Edouard Balladur, dell’UMP, che hanno affrontato il tema della crisi finanziaria. A coloro che pensano che la crisi dei subprime sia finita Michel Rocard ha replicato che “le cose sono peggio di quanto appaiono perché dietro gli eccessi delle piramidi creditizie e dietro altre difficoltà, c’è la dottrina di Milton Friedman, che è quella della supremazia del mercato”.

L’ex Primo ministro ha fatto notare che: “Una quarantina d’anni fa abbiamo distrutto il sistema monetario internazionale. Giacché siamo incapaci di ricostruirlo preferiamo trovare le scuse per il disordine creato dall’oscillazione generalizzata delle monete e l’esplosione della creazione di credito che è una delle grandi cause della speculazione e degli squilibri finanziari ed economici”.

La finanza globalizzata richiede tutta una serie di cambiamenti, ha continuato Rocard, e per questo “formulo i miei auspici che la Francia prepari, convochi, una grande conferenza finanziaria mondiale che potremmo chiamare Bretton Woods II”.

In Russia l’economista Sergei Glazyev ha dato un’intervista al settimanale Zavtra intitolata “Dieci passi per mettere la crisi sotto controllo”. L’intervista è introdotta dal vice direttore della testata Alexander Nagorny, il quale spiega che Glaziev “e diversi noti economisti nel nostro paese e nel mondo, tra cui LaRouche”, da tempo dicono che un crac del “sistema globale delle piramidi finanziarie” è inevitabile. Glazyev replica osservando che la Russia ha già perso 30 miliardi di dollari a motivo dei titoli denominati in dollari delle sue riserve ed ha quindi aggiunto: “Se i leader della Banca Centrale e del governo avessero prestato ascolto alle raccomandazioni emerse dalle audizioni parlamentari che noi tenemmo sette anni fa, tali perdite potevano essere evitate”.

Le audizioni menzionate da Glazyev furono da lui convocate nel giugno 2001, in veste di presidente della Commissione di politica economica della Duma, sul tema “Misure per proteggere l’economia nazionale nelle condizioni di crisi finanziaria globale”. All’inizio delle audizioni fu ascoltato l’economista americano Lyndon LaRouche, e poi l’accademico Dmitri S. Lvov, gli economisti Andrei Kobyakov, Tatyana Koryagina ed Helga Zepp-LaRouche.

Con i dieci passi di oggi, Glazyev propone che il rublo diventi “una moneta mondiale”, promuovendola in tutta l’Eurasia, e l’impiego di altre monete oltre al dollaro nel commercio. Egli propone inoltre che le istituzioni per lo sviluppo dello stato estendano il credito necessario agli investimenti a lungo termine nelle aree che promettono una maggiore crescita economica. Glazyev conclude l’intervista sostenendo che sulla scorta di queste misure “la leadership russa potrebbe iniziare la transizione verso una nuova architettura finanziaria globale”, basata sulle monete dei paesi che hanno un bilancia dei pagamenti in attivo.

L’ex parlamentare Giovanni Bianchi, segretario Provinciale di Milano del Partito Democratico, ha firmato un commento sull’edizione del 3 maggio di Europa, in cui afferma che la Lega Nord ha riscosso vasti consensi elettorali perché ha dato risposte alla gente “minacciata da una globalizzazione dove la finanziarizzazione dell’economia e della vita quotidiana e il “mercatismo” messo alla berlina dall’ultimo libro di Tremonti disegnano uno scenario che chiede di essere affrontato con un supplemento di politica. Identità ritrovata della Nazione dunque, e quello stato che, pur avendo le radici nel Seicento europeo, resta sulla scena come lo strumento più disponibile a veicolare politica, soprattutto se comparato con gli altri vettori internazionali a disposizione. Una posizione che Lyndon LaRouche e signora sostengono da quindici anni." Giovanni Bianchi, già presidente del PPI e relatore della legge che cancellò i debiti del terzo mondo per il Giubileo, è un firmatario dell’appello per una nuova Bretton Woods di Helga Zepp-LaRouche, che ha sostenuto in nei dibattiti parlamentari delle scorse legislature.


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