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LaRouche attacca lo schema dei britannici per imporre il Trattato di Lisbona all’Europa Continentale

29 maggio 2008 (MoviSol) – Sul London Telegraph del 26 maggio scorso, una colonna firmata da Ambrose Evans-Pritchard, nuovo capo della redazione economica internazionale, conteneva il classico “un colpo al cerchio e uno alla botte”. Mentre Evans-Pritchard sembra contento dell’opposizione al Trattato di Lisbona manifestata dal referendum irlandese, attacca coloro che, in Europa continentale, promuovono l’idea che spetti ai governi sovrani il compito di riformare il sistema finanziario globale in bancarotta, con accordi comunemente intesi.

Ridicolizzando l’articolo, LaRouche ha così commentato: “Ciò che il discorso ambiguo di Pritchard tenta di nascondere è il fatto che, dopotutto, i Britannici non hanno mai inteso far parte del Trattato di Lisbona. Come una camicia di forza fascista, vogliono imporlo all’Europa continentale; ma non hanno intenzione di entrarvi dentro. Questo procedere è tipico del modus operandi dell’oligarchia britannica. L’idea è di trasformare l’Europa continentale in un impero di mendicanti, mentre la Gran Bretagna conduce il gioco, libera dal quadro dittatoriale che il Trattato di Lisbona rappresenta.”

LaRouche ha definito il Trattato “una cicuta economica”, nel senso che “i Britannici stanno preparando una cicuta per gli Europei, senza la minima intenzione di berla assieme al loro”.

È dello stesso giorno la diatriba di Evans-Pritchard contro “il gruppo di statisti europei che ha chiesto un nuovo ‘comitato di crisi’ in modo da avere il controllo sui mercati”, la seconda in pochi giorni, contro all’appello del 21 maggio pubblicato su Le Monde. L’appello è per una conferenza internazionale con cui riorganizzare il sistema finanziario globale: esso prende di mira il sistema di liberismo e globalizzazione sorto con la fine di Bretton Woods, e almeno implicitamente attacca le fondamenta del Trattato di Lisbona.

Per Pritchard e i suoi controllori anglo-olandesi, lo sforzo dei quattordici statisti è da ritenere “una grave minaccia alla City di Londra”, come egli ha scritto in precedenza.

La risposta di Helga Zepp-LaRouche del 25 maggio è semplice: “Il Sig. Evans-Pritchard merita il nostro ringraziamento per la franchezza con cui si è espresso. Non avrebbe potuto essere più diretto: qualunque impedimento al capitalismo rapace in difesa della cittadinanza rappresenta una minaccia per Londra, che aspira a rimanere il quartier generale dell’Impero Britannico, e certamente non una sua ‘filiale regionale’.”


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