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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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La svolta a destra di Obama

8 luglio 2008 – Molti elettori americani, in particolare tra i sostenitori di Obama, sono rimasti stupefatti dalla svolta che il senatore dell’Illinois ha compiuto da quando Hillary Clinton ha annunciato la “sospensione” della propria candidatura.

Le due svolte principali riguardano i temi più sbandierati dal candidato: finanziamenti elettorali e intercettazioni illecite, cioè senza approvazione del tribunale, disposte in una proposta di legge dell’amministrazione Bush.

Obama aveva promesso agli elettori che avrebbe adoperato solo i fondi pubblici nella campagna per il voto di novembre, per farne un esempio di come egli risponda all’elettorato e non ai grandi finanziatori. Che scusa ha trovato per il voltafaccia? Tante chiacchiere con cui giustificare la necessità di aumentare il proprio bilancio, già pingue, al di sopra degli attuali 250 milioni di dollari.

Ancora di più preoccupa gli elettori il fatto che abbia cambiato idea sul mandato giudiziario per le intercettazioni e sull’immunità per i gestori telefonici che violano la Costituzione su richiesta del regime Bush-Cheney. I membri di MoveOn.org, l’organizzazione sostenuta da George Soros che all’inizio ha svolto un ruolo molto significativo nel costruire la campagna internet di Obama, adesso sono furiosi ed inondano gli uffici di Obama di richieste di opporsi all’approvazione della legge fino al ricorso alla “filibuster”, l’ostruzionismo parlamantare. Ma non c’è alcun indizio che egli intenda farlo.

Il 1 luglio Obama ha annunciato un proprio programma per comprarsi le comunità religiose, così come fece a suo tempo Bush. ABC News riferiva il 2 luglio che Obama ha elogiato la riforma del welfare del 1996 “che ha tagliato fuori dalle liste l’80%”. Il programma era stato piazzato a Clinton da Dick Morris e Al Gore ed è odiato tanto dai sindacati quanto dai democratici meno abbienti, così com’era odiato, fino a ieri, dallo stesso Obama.

Meno accentuate le svolte in politica estera. I suoi principali consiglieri di politica estera, Anthony Lake e Susan Rice, sono perfettamente allineati con i consiglieri di John McCain nella politica dello scontro con l’Iran, comprese le “azioni militari preventive”.

L’aspetto più sostanziale della svolta a destra di Obama sta nel disattendere il problema centrale degli elettori democratici: i loro livelli di vita. Obama e gli strateghi elettorali sanno che un democratico non va alla Casa Bianca senza i voti della base tradizionale — lavoratori sindacalizzati, ispanici, e tutti gli altri che compongono l’America a basso reddito, cioè l’80% del totale — quelli che hanno risposto all' appello di Hillary Clinton conferendole le grandi vittorie di Ohio, West Virginia e Pennsylvania.

Ma Obama non fa niente per rivolgersi a loro, come ha fatto Hillary. Anzi, è arrivato ad elogiare il Carnegie-Mellon Institute di Pittsburgh, la cappella gentilizia in cui è stata sotterrata l’America produttiva, dicendo che rappresenta il futuro.

 

McCain agganciato alla banda Cheney-Rove

Il sen. John McCain ha deciso di nominare Steve Schmidt consigliere elettorale e responsabile delle attività quotidiane. Questo significa rimettere al centro della macchina repubblicana l’apparato degli sporchi trucchi e delle campagne calunniose controllato da Dick Cheney e da Karl Rove. Schmidt fu cooptato nella cerchia dei massimi esperti elettorali di Karl Rove, il consigliere di Bush alla Casa Bianca, nel 2004.

Successivamente Cheney nominò Schmidt suo legale e in alcune occasioni portavoce. Schmidt divenne quindi il principale stratega alla Casa Bianca e diresse le manovre per convincere il Congresso ad approvare i candidati della Federalist Society alla Corte Suprema, gli estremisti John Roberts nel settembre 2005 e Samuel A. Alito nel gennaio 2006.

Nel 2006 Schmidt si occupò anche della campagna per rieleggere Arnold Schwarzenegger Governatore della California.

Schmidt ha cooptato nella macchina elettorale di McCain Greg Jenkins, ex produttore di Fox News proveniente dalla cordata personale di Rove, per il quale si occupava di programmare gli avvenimenti della Casa Bianca.


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