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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Bill Gwatney, stretto collaboratore di Bill Clinton, è stato assassinato

14 agosto 2008 (MoviSol) – Ieri, appena entrato nell’ufficio di Little Rock del Partito Democratico dell’Arkansas, un uomo armato di pistola ha sparato al presidente del partito Bill Gwatney, amico e collaboratore di lunga data di Bill e Hillary Clinton.

Prima di sparare, l’assassino avrebbe fatto riferimento al fatto d’aver perso recentemente il suo posto di lavoro. Dopo un lungo inseguimento con sparatorie, è stato arrestato dalla polizia, ma è deceduto qualche ora dopo.

Gwatney, che è morto in ospedale, era un leader di partito da molti anni e, prima di diventare il presidente del partito nel marzo 2007, era stato al parlamento statale per dieci anni. Nel 2006 aveva abilmente contribuito, come addetto alle finanze, alla campagna di Mike Beebe a governatore. Anche Beebe è un amico e collaboratore stretto dei Clinton. Gwatney era uno dei "superdelegati" alla convention democratica che si aprirà a Denver il 25 agosto.

Informato del fatto, quando ancora Gwatney non era deceduto, Lyndon LaRouche non si è detto per nulla sorpreso: “Mi aspettavo qualcosa del genere”. Questo deve essere valutato alla luce di quanto sta avvenendo tra Russia e Georgia, e del duro colpo inferto alla strategia britannica. “Alcuni lunatici sono diventati isterici” a causa di questo. Nonostante alcuni Britannici, biasimando Saakashvili, stiano cercando di prenderne le distanze, la realtà è che “si tratta di una grande sconfitta degli interessi di Londra”.

“Possiamo imputarla a Soros”, ha continuato LaRouche. “Prendano la lista degli agenti di Soros in Georgia”. Ritornando sul ruolo di Soros nella campagna di Obama, ha aggiunto che: “Il comportamento di Obama a questo proposito mostra ancora una volta che egli non è ciò che vuol far credere. La sua nomina porrebbe la nazione in grave pericolo. Deve essere smascherato”. La campagna di Hillary è stata troncata troppo presto, perché lo smascheramento avesse luogo. “Hillary è in una situazione davvero difficile, sottoposta a enormi pressioni. Ora, la responsabilità è tutta dei delegati”.

LaRouche ha anche affrontato la questione delle pressioni esercitate sui delegati, delle minacce di perdere il loro status qualora criticassero Obama (vedi il caso di Boulder, in Colorado), degli avvertimenti a coloro che intendessero raccogliere petizioni in favore della candidatura della Clinton (vedi il caso della Pennsylvania), e delle dure risposte dei delegati, intenzionati a difendere i propri diritti. LaRouche ha suggerito ai delegati di dire: “È ancora possibile scegliere chi sosterremo, no? Non siamo ancora in una dittatura. Se lo fossimo, Obama sarebbe già presidente!”

Parlando ancora di Obama, LaRouche lo ha descritto incapace di comprendere la tradizione politica americana, essendo un prodotto di influenze straniere, e avendo alcuni difetti personali fatali. "Il lato britannico della persona è palese”.

In conclusione, LaRouche ha detto: “Dobbiamo difendere il nostro sistema costituzionale da ogni tentativo di cortocircuitarlo. Non credete che abbiamo bisogno di un presidente veramente americano?”


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