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Terza guerra mondiale per errore di calcolo?

2 settembre 2008 (MoviSol) - A tre settimane dalla crisi strategica provocata dalla pedina del Foreign Office Mikhail Saakashvili, il mondo si è chiaramente avvicinato al pericolo dello scoppio della terza guerra mondiale per errore di calcolo. Benché i russi abbiano chiaramente annunciato che non intendono capitolare di fronte alla campagna di accerchiamento che la versione globalista dell'Impero Britannico conduce dal 1989-91, la mobilitazione contro la Russia continua. I britannici e i loro alleati non intendono accettare la posizione finora tenuta da Francia, Italia e Germania, e tramano per portare l'Europa nella loro orbita.
In un'intervista alla CNN il 27 agosto, il Primo ministro russo Vladimir Putin ha accusato gli Stati Uniti di star dietro l'attacco georgiano alle truppe russe e alla popolazione civile dell'Ossezia meridionale, affermando di avere le prove che consiglieri militari USA hanno partecipato ai combattimenti. Ciò, ha detto Putin, può essere avvenuto solo su ordini ad alto livello.
Ciò è già molto vicino ad uno stato di guerra. Si aggiunga la decisione di mandare navi militari USA nel Mar Nero, dove il rischio di incidenti con la flotta russa è molto alto.
Un consigliere militare russo di alto rango, il generale Leonid Ivashov, ha nel frattempo ammonito che la crisi della Georgia potrebbe condurre ad una nuova crisi dei missili di Cuba, come nel 1962, e l'ha collegata alla crisi del sistema finanziario mondiale. "Un altro segno che l'occidente non esclude la possibilità di risolvere i problemi esistenti con dei cataclismi militari è che persino al G-8, non è stato discusso il problema della crisi finanziaria". Non gli si può dar torto.
Lyndon LaRouche ha sottolineato il ruolo centrale dei britannici nella strategia di crisi geopolitica contro la Russia, in commenti rilasciati alle dichiarazioni di Putin e Ivashov. Mentre i fatti presentati da Putin sul coinvolgimento americano sono corretti, ha detto LaRouche, c'è da fare un chiarimento cruciale: "E' sbagliato vedere ciò come un'operazione americana. Essa viene dai britannici, e i britannici hanno operato principalmente tramite una delle loro pedine nella Casa Bianca di Bush, il Vicepresidente Dick Cheney. E' documentato come Cheney sia una pedina della fazione britannica che si adopera per uno scontro da terza guerra mondiale tra la Russia e gli Stati Uniti.
"Cheney", ha continuato LaRouche, "è un agente britannico: è importante capirlo, sia per il Primo Ministro Putin che per altri (per esempio per il gen. Ivashov), in modo da caratterizzare appropriatamente il contesto strategico di queste provocazioni. Cheney è un agente britannico, e questa provocazione georgiana è un'operazione strategica di matrice britannica, facente uso - questo sì - di agenti americani di alto livello. Il Primo Ministro Putin ha esposto correttamente i fatti, ma la sua analisi non è altrettanto corretta, finché esclude il fattore cruciale dell'influenza britannica".
LaRouche ha poi ammonito che i britannici e i loro lacché perseguono una politica non dissimile dalla reazione delle forze armate USA alla Offensiva del Tet delle forze nord-vietnamite e vietcong nel 1968. Allora, il ministro della Difesa USA Robert McNamara e il capo delle forze americane in Vietnam, gen. Westmoreland, commisero l'errore strategico di sottovalutare la forza del nemico e, come risultato, le sorti della guerra si invertirono. La stessa mentalità oggi pervade non solo l'amministrazione Bush-Cheney, ma anche entrambi i candidati designati alla presidenza, John McCain e Barack Obama – con la differenza che oggi abbiamo a che fare con il rischio di guerra nucleare.


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