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Un altro passo verso la Nuova Bretton Woods: il senatore D’Alia risponde a Tremonti

10 ottobre 2008 (MoviSol) – Nella prima mattina di ieri 9 ottobre 2008, dopo aver parlato alla Camera dei Deputati, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti si è rivolto al Senato, presentando il decreto, approvato nella notte, sulla crisi finanziaria. Nel suo discorso, il Ministro ha ricordato che:

“L'ipotesi di un intervento pubblico è espressa solo nel senso dell'interesse pubblico all'attività di banca. L'attività di banca non è un'industria qualsiasi, è un'industria particolare, dato che la cosa trattata e prodotta è a sua volta un bene pubblico. Questo Governo ha ben presente quanto disposto nell'articolo 47 della Costituzione, che stabilisce che la Repubblica incoraggi, tuteli e disciplini il risparmio.”

Quarto a prendere la parola è stato il sen. Gianpiero D’Alia, il quale ha preannunciato la discussione della mozione Peterlini sulla Nuova Bretton Woods (atto 1-00029 del 25 settembre 2008).

Riportiamo la trascrizione stenografica del suo intervento.

[…] Dal nostro punto di vista, la prima considerazione da svolgere è un apprezzamento per la franchezza che il Ministro ha avuto nel giudicare l'iniziativa europea sulla crisi dei mercati finanziari. Egli ha utilizzato un eufemismo dicendo che si è raggiunto il coordinamento possibile nelle politiche di prevenzione e di contrasto alla tossicità del sistema che importiamo dagli Stati Uniti. Ci ha detto, inoltre, che siamo in una fase in cui la valutazione non può che essere in progress perché, ancora oggi, il Governo non è nelle condizioni di dire con esattezza quale può essere l'entità, diciamo così, del fenomeno e della crisi non solo nell'intera Europa ma in particolar modo nel nostro Paese.

Il Ministro ha mostrato altrettanta franchezza nel dire che il Governo si è impegnato sulla strada dell'istituzione di un fondo europeo di garanzia e d'intervento, proposta che noi condividiamo e che crediamo sia comunque opportuno continuare a portare avanti in sede di Unione Europea. È da notare anche la circostanza che la ritrosia di alcuni e la presunzione di altri Paesi dell'Unione, che ritengono di poter affrontare questo problema da soli, in realtà, nel tempo, forse porterà a far maturare un convincimento diverso, così come è diverso il convincimento che anche il Presidente degli Stati Uniti ha maturato in queste settimane e in questi giorni con una richiesta di G8 sul tema.

Dunque ritengo che siano apprezzabili le considerazioni contenute nella seppur breve informativa del Ministro dell'economia. Certo, aspettiamo di conoscere il contenuto del provvedimento varato ieri dal Governo, perché credo che un'opposizione seria e responsabile debba valutare gli atti e le norme. Pertanto ci riserviamo di dare un giudizio e un contributo di merito sulle proposte e sui provvedimenti che speriamo di poter esaminare concretamente nei prossimi giorni in quest'Aula con il concorso del Governo.

Qualche considerazione di carattere generale, però, credo sia opportuno farla e non per una sterile analisi macroeconomica o microeconomica ma perché credo che la crisi in atto sia grave ma prevedibile, come dimostrano anche diverse iniziative parlamentari sulla materia, come quella addirittura del 2001 del collega del nostro Gruppo, il senatore Peterlini, e varie inchieste parlamentari e giornalistiche. Si potrebbe dire nihil sub sole novi, niente di nuovo sotto il sole, perché da anni tutti gli addetti ai lavori e i Governi più importanti sono a conoscenza di questo sistema drogato e, nonostante ciò, tale sistema di valori finanziari fittizi, non legati all'economia produttiva, è cresciuto come la cosiddetta bolla dei mutui subprime e le speculazioni nei settori delle materie prime e dei prodotti energetici e alimentari, i perenni conflitti di interesse del sistema bancario, i tanti monopoli privati in danno dei consumatori sono purtroppo la regola e la struttura del sistema economico e produttivo anche del nostro Paese.

Pertanto non possiamo che rilevare una grande sottovalutazione del problema e della sua globalità. Oggi ci siamo svegliati con la consapevolezza della globalizzazione delle truffe creditizie, perché di questo si tratta. Abbiamo asseverato, con il nostro comportamento, un macro sistema di truffe in danno dei risparmiatori mondiali e italiani, perché vendere ad un padre di famiglia un credito di un altro padre di famiglia che si indebita facilmente negli Stati Uniti, contraendo un mutuo per acquistare una casa che non può permettersi, è come vendere la fontana di Trevi, come ha fatto Totò in uno dei suoi più grandi e memorabili film della cinematografia e della storia italiana. (Applausi dal Gruppo UDC-SVP-Aut).

Questo è quello che è stato fatto e da questa triste realtà dobbiamo partire per un'analisi impietosa che non ha colore politico perché c'è la necessità di una valutazione di sistema di cui tutti dobbiamo farci carico, maggioranza ed opposizione.

Non si può infatti pensare, signora Presidente, che il buco creato dalla speculazione possa essere colmato integralmente, né è ammissibile che si pensi di utilizzare le provvidenze pubbliche per coprire le perdite provocate da titoli ipotecari e da strumenti derivati che hanno moltiplicato i valori speculativi oltre l'immaginabile.

Un conto è - e su questo possiamo essere d'accordo con il Governo - il sostegno alle banche funzionale alla tutela dei risparmiatori, delle piccole e medie imprese e delle famiglie, altro è utilizzare questi strumenti, ivi comprese le norme che servono ad evitare il fallimento delle banche, per garantire l'impunità per gli errori e le speculazioni che sono state consumate in danno delle famiglie italiane.

Faccio un esempio che noi riportiamo nella nostra mozione a prima firma Peterlini che sarà in discussione in quest'Aula la prossima settimana. Scopo dichiarato, ad esempio, del salvataggio dell'AIG e di altri istituti è stato quello di garantire la copertura dei titoli derivati legati alla speculazione nel settore dei mutui subprime, piuttosto che proteggere le attività economiche ordinarie. Un'inchiesta del Congresso degli Stati Uniti ha accertato che la nuova liquidità emessa dalle Banche centrali per salvare gli operatori finanziari è stata utilizzata per ulteriori attività speculative con la conseguente esplosione dei prezzi del petrolio e dei generi alimentari.

Chiaramente non immaginiamo che, attraverso la giusta misura e l'intervento del Governo funzionale a fronteggiare l'emergenza che abbiamo e avremo anche nel nostro Paese (per limiti strutturali, ma anche per le congiunture strutturali), tutti gli interventi che insieme dobbiamo realizzare per tutelare le famiglie italiane possano essere in maniera distorta utilizzate per produrre una sanatoria di autentiche porcherie, che anche nel nostro Paese sono state fatte in danno delle famiglie e dei consumatori italiani. (Applausi dal Gruppo UDC-SVP-Aut).

Occorre un nuovo sistema internazionale e nazionale di regole; occorre un sistema di regole che porti ad una amministrazione controllata e mirata con riguardo, per esempio, ai debiti speculativi che rappresentano una voce dei bilanci di alcune principali banche commerciali e di investimento o di altri istituti finanziari e anche di fantasisti amministratori di enti locali che con le obbligazioni derivate hanno costruito bilanci falsi anche nel nostro Paese. Al riguardo ci sono inchieste giornalistiche che credo non abbiamo bisogno di essere ricordate.

È dunque necessario costruire, ad esempio, un sistema di regole in cui vengano estinti o depennati tali debiti speculativi, ripuliti i bilanci delle banche salvaguardando gli investimenti dei piccoli risparmiatori. Vi è la necessità di nuove regole a garanzia della stabilità necessaria per la produzione del commercio internazionale con un sistema di cambi valutari concordati fra le nazioni per evitare oscillazioni speculative sui mercati in cui possano infilarsi i pescicani che hanno determinato questa situazione; di un sistema di controllo sui trasferimenti di capitale a fini speculativi; di un sistema creditizio che garantisca investimenti a basso tasso d'interesse e a lungo termine in infrastrutture, industria ed alta tecnologia.

In altre parole, signora Presidente, no al profitto facile che penalizza le attività produttive. È necessario un sistema creditizio e non puramente monetario, un sistema di credito nuovo e riportato alle originarie funzioni, cioè organizzare e sostenere lo sviluppo e l'economia reale, non organizzare e sostenere le truffe organizzate in danno dei cittadini.

Signora Presidente, mi affretto a concludere confidando nella sua bontà, considerato che ho chiesto di non parlare in presenza del Ministro per dare spazio agli altri colleghi. Dunque, "no" ad interventi dello Stato che non distinguono tra chi è vittima delle operazioni speculative e chi ne ha tratto beneficio. Non si possono garantire ed assistere quegli istituti e quegli operatori finanziari che hanno approfittato delle bolle speculative.

Bisogna punire i manager che per accelerare i profitti propri hanno ingrassato le bolle speculative. E siamo contenti che in quest'Aula il ministro Tremonti abbia detto con chiarezza no a norme salva manager sul modello Alitalia, perché non ne abbiamo proprio bisogno.

Bisogna però pensare prima di tutto alle famiglie italiane e ai risparmiatori per evitare che il panico li travolga trascinandosi appresso l'intero sistema economico. Quindi, le norme antipanico sono importanti nei limiti sopra esposti, senza attribuire loro una funzione messianica. Contemporaneamente però bisogna continuare sulla strada del risanamento dei conti pubblici e della liberalizzazione dei servizi pubblici locali e nazionali, con regole che aiutino la libera concorrenza e la trasparenza dei mercati. A proposito di quest'ultimo aspetto, signor Presidente, credo si debbano denunciare in quest'Aula anche alcuni atteggiamenti dell'ABI. Chi va in banca trova affissi cartelli dell'iniziativa «Patti chiari». Fino a qualche settimana fa nei cosiddetti Patti chiari, cioè quegli atti a tutela dei risparmiatori italiani, c'erano i titoli della Lehman Brothers e ancora oggi si consiglia l'acquisto di titoli americani. Ma di che «Patti chiari» parliamo!

È necessario che vi siano regole di trasparenza in questo settore e che il sistema bancario si faccia carico ancora di più di dare garanzie ed affidabilità ai cittadini. In conclusione, signor Presidente, credo sia vero quello che ha detto il Ministro, cioè che il debito pubblico non può essere incrementato, ma questo non può esimere il Governo dal cambiare rotta sulle politiche economiche e sul Documento di programmazione economico-finanziaria. Lo ha già fatto nella Nota di aggiornamento al DPEF che ha corretto le previsioni. Bisogna cambiare rotta perché altrimenti la crisi nella crisi - cioè la crisi internazionale che si associa alla crisi nazionale - non sarà retta dalle famiglie italiane. Al riguardo, riteniamo che il contributo delle opposizioni debba essere quello di riportare al centro delle politiche del Governo la famiglia italiana, che è nella soglia di povertà in ragione del 13 per cento. (Applausi dai Gruppi UDC-SVP-Au e PD e del senatore Li Gotti. Congratulazioni).


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