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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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L’Islanda non è una colonia britannica

12 ottobre 2008 (MoviSol) – Il primo ministro dell’Islanda, Geir Haarde, ha dichiarato che gli interessi dell’Islanda avranno la priorità su quelli del settore bancario.

Mercoledì 8 ottobre, chiarendo molto bene la differenza tra il debito della nazione ed il debito delle banche, Haarde ha detto ad una conferenza stampa: ”Il punto è questo. L’indebitamento totale è tale per cui non è possibile che la popolazione islandese possa pagare per il debito contratto da quelle imprese private. Nei fallimenti succede sempre che qualcuno si bruci.”

Nel corso della settimana il governo islandese ha irritato il Ministro del Tesoro britannico Alistair Darling, annunciando di non aver intenzione di pagare le obbligazioni di banche islandesi in Gran Bretagna.

Alla domanda se l'Islanda considerasse la possibilità di unirsi all’Unione Europea ed all’euro, egli ha risposto: “ Saremmo stati peggio [se l’Islanda fosse stata nella zona euro]. Molti degli Stati minori sono stati completamente emarginati nell’Unione Europea.”

Nel frattempo Haarde ha smentito di aver chiesto un prestito al Fondo Monetairo Internazionale, e che comunque si trarrà profitto dalla presenza di una delegazione del FMI in Islanda. Alla domanda perché l’Islanda avesse chiesto un prestito alla Russia, ha risposto: “I paesi nordici ci sono stati molto di aiuto. Oltre a loro nessun altro paese [ad esclusione della Russia] ha risposto con l’aiuto di cui avevamo bisogno.”

Questa settimana il governo islandese ha approvato una legge d’emergenza per la crisi bancaria. A differenza degli interventi britannici o statunitensi, questa non rappresenta un piano di “salvataggio” delle banche, ma una legge che ha dato al governo l’autorità di confiscare banche o imprese finanziarie, sottoporle a procedura fallimentare o ad altre iniziative che pongano gli interessi dell’Islanda al di sopra di quelli delle banche.


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