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All’ISPI, LaRouche diventa il centro del dibattito

4 novembre 2008 (MoviSol) - Riflettendo i rapidi cambiamenti nella politica economica internazionale, ma sempre con alcuni anni di ritardo, il rinomato Istituto per gli Studi Politici Internazionali (ISPI) di Milano ha tenuto una tavola rotonda il 3 novembre intitolata “Verso una nuova Bretton Woods?”. Oltre al moderatore Gianfranco Fabi, sono intervenuti i noti docenti d’economia Marcello De Cecco e Franco Bruni. Gli interventi iniziali si sono concentrati sulla necessità di “rivedere” le regole per rimediare alla crisi finanziaria globale, con numerosi riferimenti ai tentativi di creare nuove strutture di controllo sovranazionali. Non a caso, il nome più citato in questo frangente è stato quello di John Maynard Keynes, l’economista inglese le cui proposte di una moneta mondiale furono – fortunatamente – respinte dal presidente Franklin Delano Roosevelt e dal suo rappresentante al Ministero del Tesoro americano Harry Dexter White alla prima conferenza di Bretton Woods nel 1944.

Il primo intervento dal pubblico è stato quello di Andrew Spannaus, segretario generale di Movisol. Da quel punto in poi, il nome più citato è stato quello di Lyndon LaRouche. Come si può vedere dal collegamento audio e dalla trascrizione parziale sotto, Spannaus ha introdotto i punti saldi della vera Nuova Bretton Woods, quella di LaRouche appunto, indicando in particolare la necessità di accordi di cooperazione tra stati nazionali sovrani, invece che della concentrazione del potere nelle mani delle strutture monetarie “indipendenti”, che piacciano così tanto a Keynes e al suo rappresentante odierno, il premier inglese Gordon Brown.

Ancor prima che Spannaus concludesse il proprio intervento, il prof. De Cecco si è lanciato in una dimostrazione della sua conoscenza approfondita delle attività e proposte di LaRouche, che conosce da molti anni. E forti del “permesso” di parlare di LaRouche in sede ufficiale in Italia, dopoche è apparso un articolo su LaRouche e Tremonti sull’inserto economico del Corriere della Sera, i relatori hanno commentato vari aspetti delle sue proposte, dal controllo geopolitico in Africa ai principii del Trattato di Westfalia.

Purtroppo, a dimostrazione di quanto lavoro rimane da fare per qualificare il dibattito in merito alla crisi attuale, i relatori non hanno potuto, o voluto, affrontare la questione della riorganizzazione del sistema.

Spannaus: buonasera, mi chiamo Andrew Spannaus e sono segretario del Movimento per i Diritti Civili-Solidarietà. Al Senato italiano ci sono due mozioni sulla nuova Bretton Woods, anzi quattro, ma due alla cui stesura ho collaborato io. Una del senatore Peterlini, l'altra del sen. Baldassarri che é presidente della Commissione Finanze. Queste mozioni si rifanno alla proposta di Lyndon LaRouche, che molti di voi conosceranno. LaRouche è un economista americano, che é stato calunniato per molti anni, però da dieci anni propone la nuova Bretton Woods, cioè il ritorno ad un sistema rooseveltiano. Vedo qui anche qualche professore che solo pochi mesi fa bollava la NBW come comunista o marxista tra l'altro.. eh, purtroppo sì.

Non sfuggirà a nessuno nemmeno la somiglianza con quanto dice Tremonti...

De Cecco: Però quello è amico di LaRouche...

Spannaus: Si, avete letto sul Corriere...

De Cecco: No, lo so per conto mio...

Spannaus: Bene, comunque avete visto sul Corriere due settimane fa “la Bretton Woods 2 di LaRouche e Tremonti”. Dico brevemente quali sono i punti che secondo me devono essere trattati anche perché io faccio parte di questo processo. La questione non è solo monetaria. Certo c'è la questione monetarie, di regole, perché dobbiamo bloccare la speculazione. Però non possiamo tenerci i vecchi debiti, i derivati. Ci sono i debiti speculativi che uccideranno l'economia. Ci vuole un processo di riorganizzazione, una sorta di amministrazione controllata, come si direbbe in Italia. Quello che si è fatto con la Parmalat: salvare l'economia reale, buttare via quella finanziaria.

Secondo punto, il credito. La questione non è solamente l'aggiustamento monetario, non possiamo dire semplicemente sistemiamo le regole, ci fidiamo delle banche centrali a controllarle. La questione è come creare il credito, come ha citato il professore, per lo sviluppo dell'economia reale. L'esempio per questo è Franklin Roosevelt, non Keynes. Meno Keynes, più Roosevelt. Keynes voleva la moneta mondiale, il controllo valutario che va nelle mani delle banche centrali. Ci vogliono gli stati, i governi, che decidono insieme di cooperare per lo sviluppo economico...

Moderatore: si può fare la domanda, perché sennò facciamo una controrelazione...

Spannaus: Si, oggi si potrebbe dire allora: meno Gordon Brown, più Tremonti. Il mio è un intervento, credo importante in questa situazione. Chiedo anche che ne pensate dell'amministrazione controllata, dei debiti speculativi dei derivati...

Moderatore: Mettiamo il mondo in amministrazione controllata...

Spannaus: ... se cerchiamo di salvarli...

Moderatore: Grazie!

[...]

De Cecco: LaRouche io lo seguo perché mi perseguita, cioè siccome io faccio l'economista, mi manda la sua roba da trent'anni, diciamo, e io purtroppo ho, come in molti altri casi, un pezzo di me stesso che non è molto in contrasto con quello che dice LaRouche, specialmente per quanto riguarda i fini degli inglesi, perché LaRouche è un anti-inglese arrabbiato. Io ho una moglie inglese e quindi in buona e sono stato educato in Inghilterra e quindi insomma ce l'ho un po' di conoscenza degli inglesi. E quindi lui ha questo odio profondissimo per gli inglesi gli ha attribuito perfino..

Spannaus: Ce l'ha con l'oligarchia...

De Cecco: Ma si, lei non ha letto abbastanza negli ultimi decenni, eh eh... io li ho letti tutti, sa, perché mi interesso. Perché quello che dice sull'Africa, ad esempio, è molto spesso vero... Quello che ha detto su chi comanda in Africa, che cosa si fa in Africa, è verissimo. Non ha torto. Come per esempio, la cosa che lei forse non sa, è che è molto seguito, lui ed il suo gruppo, in un posto dove uno non si immagina che sia seguito, in Russia. Ci sono dei personaggi estremamente importanti che parlano di riarmo morale alla LaRouche e lo citano, Non c'e solo Tremonti, c'è anche il capo delle ferrovie ex sovietiche.. ah quindi lo sa. Ma la gente non lo sa, lo sa lei, ma non se l'aspetta nessuno. Vogliono il ponte di terra. Io so tutto, conosco pure quello che ha scritto la moglie di LaRouche [risate] se vuole, che è un ingegnere tedesco che ha fatto l'idea del ponte di terra. Se vuole, possiamo andare avanti un bel po', perché come vede, lo prendo sul serio... [grande allegria]

Moderatore: [ridendo] Però c'era anche un'altra domanda che riguarda la possibilità di mettere sotto amministrazione controllata il sistema finanziario... Prof. Bruni, possiamo mettere le banche sotto amministrazione controllata?

Altro relatore: Come reazione alle domande, tre punti. Visto che tu sei un esperto di LaRouche, io posso permettermi di non esserlo... però fa parte dello strano fascino del nostro ministro dell'economia il fatto di essere apparentato a questo personaggio. Vorrei ricordare una cosa che ha detto Tremonti che fa riflettere, che è d’accordo con quello che dice LaRouche. Cioè, quando gli hanno parlato di nuova Bretton Woods l'ultima volta, lui ha detto: no, io vorrei qualcosa di più possibile vicino alla pace di Westfalia, che é in realtà quello che dice LaRouche...


Ascolta la traccia audio

Fonte: RadioRadicale.it; traccia audio concessa con licenza "Creative Commons Attribution 2.5 Italy".


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