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LaRouche sull'imperialismo britannico oggi

7 novembre 2008 (MoviSol) - Il numero del 31 ottobre del settimanale americano Executive Intelligence Review contiene un importante articolo dell’economista Lyndon LaRouche che, come scrive egli stesso “verrà forse considerato in alcuni ambienti influenti in tutto il mondo il documento politico più importante che abbiano mai letto o leggeranno in tutta la loro vita”.

Sotto il titolo “L'imperialismo brUtannico di oggi”, LaRouche affronta i principali blocchi che impediscono azioni efficaci contro il crollo della civiltà, e delinea le quattro misure cruciali che dovranno essere prese da Stati Uniti, Russia, Cina ed India nelle prossime settimane. Viene posto l'interrogativo se i leader politici di questi paesi troveranno il coraggio di assumere la responsabilità di capire fino in fondo ed applicare le misure proposte da LaRouche.

Per collocare il problema, LaRouche inizia citando lo studio sull’imperialismo britannico pubblicato da Rosa Luxemburg, che fu “senza dubbio l’economista più competente… tra i suoi contemporanei socialisti”.

Oggi, scrive LaRouche, “l’idea del tutto incompetente ma popolare tra coloro che si professano socialisti ed altri, che gli Stati Uniti siano il principale imperialismo odierno non è soltanto un’idea del tutto sbagliata, ma anche una convinzione che potrebbe rivelarsi suicida nella pratica per nazioni come gli Stati Uniti, la Russia ed altre. Ciononostante, questa idea sbagliata è molto diffusa tra i principali economisti e statisti in tutto il mondo, che si aggrappano testardamente, ancor oggi, alla nozione dell’imperialismo americano.

"così, il mondo è attualmente minacciato dagli effetti sui creduli di quella illusione strategica, secondo cui gli USA, piuttosto che il sistema liberista anglo-olandese dell'Impero Britannico, sarebbe la forza strategica imperialistica attualmente e unicamente dominante su tutto il pianeta" [...].

“Il termine imperialismo, se usato con competenza, non corrisponde mai ad un’estensione di potere mondiale da parte di qualche stato nazionale particolare. In realtà, a differenza delle favolette raccontate ai bambini creduloni, tutti gli imperi sono dinamicamente sovrannazionali, ed anche i regni o gli stati paragonabili ad essi in quell’epoca sono di per sé soggetti a qualche potere imperialista sovrannazionale, come indica la tendenza attuale in Europa occidentale e centrale in cui autorità sovrannazionali, e al di sopra dei governi, quali la “globalizzazione” e il “libero scambio” in generale, o la World Trade Organization in particolare, subordinano o addirittura sostituiscono la sovranità nazionale. Combattere il nemico sbagliato, e soprattutto nella guerra sbagliata, soprattutto lunghe guerre come quelle progettate per gli Stati Uniti da Londra, o da agenti britannici di fatto come l’ex Presidente George H.W. Bush, figlio di quel Prescott Bush che raccolse i finanziamenti per sostenere il Partito Nazista di Adolf Hitler, e particolarmente le guerre permanenti, è il modo migliore per far sì che venga distrutta la propria nazione, come accadde con la lunga guerra americana in Vietnam, sotto i presidenti Johnson e Nixon, e come accade ora in Iraq, coi presidenti Bush, padre e figlio, dal gennaio 1989”.

Nonostante il declino degli USA dalla morte di Roosevelt, afferma LaRouche, la repubblica degli Stati Uniti rimane "il principale oppositore tradizionale dell'imperialismo britannico".

Il documento integrale è disponibile sui siti www.larouchepac.com e www.larouchepub.com.


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