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LaRouche sulla frode della globalizzazione

12 novembre 2008 (MoviSol) - In una discussione con membri del movimento giovanile larouchiano (LYM), Lyndon LaRouche ha affrontato uno degli aspetti più perniciosi della globalizzazione, quello della delocalizzazione della produzione nei paesi a basso costo del lavoro. La delocalizzazione su scala modiale ha causato un crollo netto della produttività. I liberisti, ha detto LaRouche, sostengono che “il prezzo della produzione è ciò che dobbiamo pagare per avere uno schiavo che faccia questo lavoro al nostro posto”. Non si sono chiesti: “Qual è il costo medio per la nazione, in termini di costi di mantenimento della nazione?” Dicevano: “Impiegheremo soltanto alcune persone, per questa nazione. Gli altri possono anche morire! E imporremo le condizioni di schiavitù, anche se il tasso di mortalità ne sarà accresciuto e la nazione non potrà mantenersi”.

"Considerate – ha proseguito LaRouche - il caso della Cina, per esempio: essa è in una situazione di destituzione, poiché ha sì assorbito una grande quantità della produzione un tempo propria degli Stati Uniti e dell’Europa (ma soprattutto degli Stati Uniti); tuttavia, essa non riesce a gestire questa situazione! La Cina non è un’economia auto sussistente, con i prezzi correnti delle sue esportazioni. E potete vederne l’effetto nel grande scivolamento nel commercio internazionale e – in generale – in una situazione catastrofica. L’economia interna non è, in alcun modo, autosussistente. Perché? È grazie a Carter e a Nixon: la Cina fu costretta a non innalzare i livelli della produttività della sua popolazione, nella sua globalità".

"Ecco dunque il problema. Perché? A causa dei prezzi pagati dalla Cina per ciò che produce, che non sono sufficienti per soddisfare i requisiti del costo che la Cina stessa sostiene per quella produzione. Il costo della produzione è il costo della produzione sostenuto dall’intera nazione! E' il costo rappresentato dall’intera nazione, dalla sua popolazione e dal suo territorio. Non si può pagare 'qualcuno' in Cina, e ignorare al contempo tutti gli altri, dicendo 'questo è il vero costo produttivo'. Il vero costo produttivo è il costo sostenuto dall’intera popolazione per la sua stessa esistenza! - e della produzione".

"Pagare solo alcuni Cinesi e non altri è una frode. La globalizzazione non è altro che questa frode. Lo scopo della globalizzazione è lo scopo che ha in mente il Principe Filippo d’Edinburgo: ridurre la popolazione mondiale da 6,5 miliardi a meno di 2 miliardi di individui. Questo è il vero obiettivo di quel nazista, suo cugino il Principe Bernardo d’Olanda, che fondò il WWF assieme a Filippo. Ciò che è stato chiamato “crescita” è in realtà genocidio! Lo vedete meglio in Africa: l’Africa ne è l’esempio estremo. Ma ciò che vedete in più, in Cina, è l’intenzione di commettere un genocidio! Che cosa sta accadendo, ora, infatti? Che cosa sta accadendo all’economia cinese? Sta morendo! Sono in una crisi esistenziale! In un brevissimo periodo di tempo potremmo avere un enorme caos, in quel Paese! Perché? A causa di questo dannato sistema di globalizzazione! "

"Che cosa dobbiamo fare, allora? Dobbiamo alzare i prezzi della produzione, finché i suoi costi siano riflettano i veri costi sostenuti dalla popolazione. Il prezzo produttivo deve essere alzato in modo da coprire i costi produttivi".

"Ciò che questo significa, è che dovrà esservi un grande riflusso di produzione in Europa occidentale e negli Stati Uniti, poiché in realtà il resto del mondo non può competere in termini di produttività con le competenze e le possibilità delle popolazioni occidentali, americana ed europea. Faremo invece investimenti di lungo periodo, invece che semplice produzione, perlomeno non come viene fatto oggi in quelle nazioni. Faremo un investimento di lungo periodo nelle infrastrutture economiche di base, che sono la cosa che loro manca massimamente".


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