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Chi forgerà la presidenza Obama?

11 dicembre 2008 (MoviSol) - C’è più di un’ironia nella situazione attuale della prossima amministrazione Obama. Da una parte c’è un presidente designato che era appoggiato dai britannici e dal loro principale agente George Soros, e non ha dimostrato grande comprensione della crisi strategica ed economica che il mondo affronta. Dall’altra lo stesso presidente designato ha nominato un gabinetto in cui gli interessi di Soros non predominano.

Invece, molte delle nomine fatte da Obama vengono da un gruppo associato ai Clinton. Questo dimostra che l’istituzione della Presidenza – che va oltre quella di alcun presidente particolare – ha deciso di muoversi contro l’influsso britannico. E’ iniziata la battaglia per il controllo della Presidenza.

La realtà sta dalla parte del gruppo dei Clinton, che ha mostrato tendenze filo-rooseveltiane. La questione cruciale che affronterà la nuova amministrazione è il crollo del sistema finanziario e dell’economia mondiali, una situazione che richiede la proposta di riorganizzazione fallimentare del sistema proposta da Lyndon LaRouche, nella tradizione di Roosevelt. Si cercherà di spingere Obama in questa direzione, che gode di una potenziale ampia base di sostegno nel paese. Se alcuni settori chiavi dell’istituzione della presidenza dimostreranno sufficiente coraggio, il nuovo Presidente potrebbe andare nella giusta direzione.

Anche se Obama ha appena annunciato un ambizioso programma infrastrutturale, resta da vedere quali progetti verranno finanziati (progetti ambientalisti o l’energia nucleare?) e come (quale ruolo e vantaggi avranno i privati?). La “scadenza” per così dire, per affrontare la crisi con le idee di LaRouche, è il gennaio 2009, o febbraio al massimo. Ma il gruppo di Soros non resterà certo inattivo. In questo momento, Soros e i suoi sostenitori britannici si stanno movendo in modo aggressivo, cercando di scatenare crisi che, sperano, determineranno l’ordine del giorno della nuova amministrazione, e li posizioneranno al comando.

Un elemento dell’offensiva di Soros e dei britannici è la legalizzazione della droga. Soros ne ha fatto una priorità, investendoci miliardi di dollari, fondando la Latin American Commission on Drugs and Democracy e finanziando campagne sulla stampa americana.

Ancor più devastanti sono le trappole che si stanno preparando per Obama in Africa. La “bomba africana” viene orchestrata da Lord Mark Malloch-Brown del Foreign Office britannico, vecchio socio di Soros, ed elementi della amministrazione Bush-Cheney. Se avranno successo, lasceranno sull’uscio della nuova amministrazione conflitti genocidi nello Zimbabwe, nella Repubblica Democratico del Congo ed in Somalia, tracciando la politica di reazione imperiale che vogliono far adottare agli USA.

Il pretesto per queste crisi è stato creato negli ultimi anni dalle azioni congiunte dell’amministrazione Bush e dei governi Blair e Brown in Gran Bretagna, che hanno facilitato l’esplosione delle crisi umanitarie in corso. Il caso dello Zimbabwe è esemplare, giacché sono state le imposizione della politica economica britannica (e del Fondo Monetario Internazionale) a condurre agli orrori che ora colpiscono la popolazione, e di cui i britannici accusano il governo (vedi sotto).

Come scrive il settimanale EIR “non c’è tempo da perdere, bisogna mettere fine a questo piano geopolitico di Soros e dei britannici. Occorrerà accendere i riflettori sul passato e sul presente nazista di Soros per tenerlo alla larga dalla nuova amministrazione, aumentando al contempo gli sforzi per promuovere la politica rooseveltiana di LaRouche”.


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