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La Fed pompa inflazione e salva gli Hedge Funds

23 dicembre 2008 (MoviSol) - Come un apprendista stregone, le banche centrali sembrano essere possedute dal demone dell'espansione monetaria che le spinge fino al punto di non ritorno, quando un rogo iperinflazionistico distruggerà le valute mondiali. Dopo la folle decisione della Fed di abbassare i tassi a qualcosa tra lo zero e lo 0,25 per cento, il 16 dicembre, persino i commentatori più prudenti hanno cominciato a echeggiare gli avvertimenti di LaRouche.

Nel Frankfurter Allgemeine Zeitung, che riflette le opinioni dell'establishment liberista tedesco, l'editorialista Holger Steltzner ha scritto il 18 dicembre: "La disperazione deve essere grande... Lo stato americano sta comprando gran parte della gigantesca montagna di sofferenze dell'economia privata. Il pericolo è acuto. Sui mercati, le aspettative possono rapidamente passare dal timore di deflazione alla paura di un'inflazione galoppante".

Ambrose Evans-Pritchard, che dalle colonne del Daily Telegraph ha guidato la fanfara a favore del salvataggio a tutti i costi, ha scritto il 19 dicembre: "Messa bruscamente, la Fed sta deliberatamente alimentando l'inflazione. A un certo punto essa si materializzerà. Allora, come un elastico che scatta, il rischio sarà quello di una spirale inflazionistica".

Tra i governi sembra che solo il ministro dell'Economia Giulio Tremonti abbia osato denunciare la follia della Federal Reserve. Parlando ai giornalisti a Parigi il 19 dicembre, Tremonti ha detto che la decisione di portare i tassi "vicino allo zero... non è economica, ma ha un'alta significatività politica. Proudhon invitava ad azzerare i tassi per attuare il comunismo. Marx condivideva, ma non lo riteneva sufficiente", come ha scritto il Corriere della Sera. Tremonti ha anche stigmatizzato il Financial Stability Forum presieduto da Mario Draghi, dicendo che "è demenziale stare ad ascoltare e prendere lezioni da chi non ha capito niente o ha capito troppo".

A riprova di queste parole, la Fed ha annunciato lo stesso giorno che da ora in avanti finanzierà direttamente gli hedge funds, per permettere loro di continuare a fare investimenti speculativi ad alta leva. La Fed ha messo a disposizione 200 miliardi di dollari del nuovo programma TALF, per finanziamenti a basso tasso d'interesse e a tre anni a qualsiasi impresa statunitense che investa nelle cartolarizzazioni dei crediti al consumo. Tra queste ci sono gli hedge funds, che finora non potevano accedere direttamente ai finanziamenti della banca centrale. Le cartolarizzazioni che la Fed finanzierà comprendono pacchetti di ricevute di carte di credito, crediti per l'acquisto di automobili e prestiti agli studenti. "Da quando è scoppiata la crisi creditizia, gli hedge funds si lamentano di non poter ottenere la leva sufficiente ad arbitrare sugli spread eccessivi garantendo alti tassi di profitto", ha scritto il Financial Times il 20 dicembre. "Di fatto, la Fed ora assumerà il ruolo di broker primario – la banca capofila che elargisce prestiti ad un hedge fund – per alcuni titoli specifici". In altre parole, la Fed ora finanzia direttamente i derivati degli hedge funds!

I banchieri centrali perseguono questa politica con apparente incuranza per i tremendi "costi umani" che essa avrà sulle classi medie e povere, quando la carta senza valore viene rifinanziata mentre l'economia reale viene decimata e aumentano disoccupati e senzatetto. Le potenziali conseguenze sociali di tale follia non vanno sottovalutate.


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