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Mentre l'elite mondiale discute del sesso degli angeli a Davos...

6 febbraio 2009 (MoviSol) - L’incontro annuale del World Economic Forum a Davos ha dato prova di insanità mentale. Nessuno dei capi di stato e delle altre personalità internazionali, riunite per cinque giorni (28 gennaio-1 febbraio) nella località alpina svizzera ha concesso l’ingresso alla realtà. Per tre giorni di fila il Financial Times ha dato spazio alle richieste del megaspeculatore George Soros, che auspica pacchetti iperinflazionistici di salvataggio, presentandolo come una sorta di Lord Keynes. Nell’inserto speciale del Financial Times FT/Weekend (31 gennaio), Soros attacca l’economista LaRouche come un "opuscolista estremista" responsabile della sua pessima immagine.

Tra le poche eccezioni a questa follia generale, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha chiesto la "sterilizzazione" dei titoli tossici. Parlando ad una tavola rotonda col presidente dell’UE Barroso e quello della Banca Centrale Europea Trichet, Tremonti ha messo in guardia dalle proposte di acquistare i titoli tossici coi soldi dei contribuenti. "Ormai non valgono più niente", ha dichiarato e non vale la pena di sprecare soldi pubblici per loro. Tremonti si è detto favorevole a una "bad bank", ma a patto che non vengano usati soldi dello Stato. "Penso ad un meccanismo di segregazione, sterilizzazione, che abbia un effetto di trasparenza, senza usare i soldi dei contribuenti, che servono per proteggere i risparmi delle famiglie e le industrie. La sterilizzazione dei titoli tossici è l’unica via percorribile, perché la massa di derivati non può essere rifinanziata da nessuno, nemmeno dallo Stato".

Due giorni prima, a Milano, Tremonti aveva ribadito il suo appello per congelare i derivati ad una conferenza al Circolo della Stampa. Anche se la presidenza Obama potrà avere un importante effetto politico, ha detto, la semplice imitazione di alcuni programmi di Roosevelt non funzionerà giacché "c’è molto più debito oggi, sia privato che pubblico". E l’idea di investimenti pubblici di Roosevelt "non sembra keynesiana, fu sviluppata da lui stesso".

Può darsi che il piano Obama funzioni, ha detto Tremonti, ma se fallisce sono necessari interventi di altro tipo, "con scelte diverse da quelle convenzionali. Che sia il Levitico o il Deteuronomio, il Sabbatico o il Giubileo", ha detto, occorre pensare "in una logica di moratoria sabbatica, di staccare, segregare, sospendere anche contabilmente, per un certo numero di anni, questo universo che insiste in modo paralizzante sull'economia. Occorre ancora del tempo "per convincere realtà che ancora resistono, nell'illusione che si possa salvare tutto". Non si può salvare tutto; "dobbiamo salvare le famiglie, le industrie, la parte funzionale delle banche. Non è detto che bisogna salvare i derivati".

Il movimento di LaRouche in Italia ha distribuito all’ingresso della conferenza un volantino che sottolineava la differenza tra la “riorganizzazione fallimentare” proposta da LaRouche e la Bad Bank di Soros e Brown, e il Tg1 delle 20 ha mostrato Tremonti che entrava al Circolo della Stampa con una copia della rivista EIR in mano.


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