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1 marzo 2009 (MoviSol) - Riportiamo integralmente l'articolo comparso il 27 febbraio scorso su il Quotidiano.it di Ascoli Piceno, con cui Francesco Caprioli, Presidente della CONFAPI picena, fornisce un resoconto della partecipazione di una sua delegazione alla conferenza internazionale organizzata nei pressi di Francoforte dallo Schiller Institute.


Confapi, una delegazione al convegno economico di Francoforte

27 febbraio 2009

Francesco Caprioli, Presidente CONFAPI della Provincia di Ascoli Piceno, in questo intervento riassume quanto detto al convegno tenutori in Germania sull'economia globale.

Nei giorni scorsi, ho preso parte, insieme ad alcuni associati, ad un convegno sul futuro dell'economia europea e mondiale tenutosi a Francoforte, con l'obiettivo di mettere un po' di luce sul futuro economico - finanziario delle piccole imprese industriali che rappresento. Ho incontrato tanto di quello scetticismo e pronostici pessimistici sul futuro dell'Euro, supportati da dati inconfutabili, da suscitare più di un dubbio anche nel più convinto eurofilo italiano.

Lo scenario è di un collasso dell'economia fisica mondiale (che non dipende dal PIL e dall'economia reale ma dalla ricchezza misurata per kmq e per intensità di popolazione) che spazzerà via ogni sistema monetario esistente. La conclusione è stata che se ne esce solo con un nuovo sistema creditizio che preveda un accordo tra Nazioni sovrane. A parlarne titolati economisti da tutto il mondo, tra cui Lyndon LaRouche (economista e più volte candidato alla Casa Bianca nei democratici USA), il Prof. Wilhelm Hankel (socialdemocratico tedesco,considerato una sorta di profeta per aver previsto le difficoltà dell'Eurozona), il Prof. Menshikov (dell'Accademia delle Scienze russa), Jacques Cheminade (interlocutore del Governo francese per gli affari economici), Dott. Helga Zepp (leader del partito del centrosinistra tedesco, Bueso).

A domanda specifica sull'Italia (che ho avuto l'opportunità di porgere) e in particolare sulla tenuta dei nostri conti pubblici, LaRouche ha risposto che il vero stato di salute dell'economia non è rivelato dai conti pubblici, ma dallo stato dell'economia fisica. In questo caso l'Italia è, in prospettiva, penalizzata dal sottosviluppo del mezzogiorno. Sia LaRouche che il Prof. Hankel, concordano che la cosa più urgente per l'Italia è dunque una politica d'investimenti infrastrutturali e sociali nel sud (oggi impeditici dai famosi parametri di Maastricht). Motivo in più questo, sostengono, per un sistema monetario alternativo all'Euro. Tornando ai problemi più immediati delle nostre imprese (il credito), tutti hanno convenuto che visto lo stato d'insolvenza della finanza mondiale, "è illusorio pensare di poter sbloccare il credito alle imprese senza ufficializzare lo stato d'insolvenza delle banche, e "sterilizzare" i titoli tossici" come propongono il Prof.Hankel e LaRouche (cui Tremonti s'ispira - fonte Corriere della Sera).

Uno scenario da prendere sul serio, considerato che coloro che ne evidenziano le criticità, hanno previsto, con largo anticipo, la crisi attuale. Certo è che non è stato piacevole da italiano, sentirsi chiamare, "membro del Club Mediterranée", dove i membri sono nell'ordine, (secondo il Prof.Hankel) Portogallo, Italia, Grecia e Spagna (da notare il significato delle iniziali in lingua inglese dell'acronimo "pigs").

In altre parole i tedeschi pensano di pagare i "lussi" degli altri (tra i quali noi italiani), e in una situazione simile o si arriva al più presto a un nuovo ordine monetario e finanziario internazionale, sperando di salvare l'Euro e l'Eurozona, o molto presto il sistema dell'Euro potrebbe saltare. La buona notizia è che se saltasse tutto, ogni nazione tornerebbe sovrana con possibilità di emettere moneta autonomamente, (al riparo dalla speculazione grazie alle nuove future regole di mercato) potremmo così fare più investimenti nel sud, agire sul cambio e rendere più concorrenziali i nostri prodotti.

Svilupperemmo l'economia fisica facendo decollare il nostro PIL e migliorando il nostro deficit. Oggi, tutto ciò, ci sembra lontano e impossibile, proprio come ci sembrava impossibile ed incredibile che Banche a livello mondiale potessero fallire tutte insieme, che molte altre potessero correre lo stesso rischio tutti i giorni, e che le nostre Banche ci chiudessero, simultaneamente, i rubinetti del credito. Come imprenditori, non ci resta che fare pressione sulla politica per far sì che, al più presto, si giunga ad un nuovo ordine creditizio mondiale, nella speranza di essere ancora in tempo a salvare l'Europa e le nostre aziende.


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