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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Regione Toscana, alla Provincia di Firenze, al Sindaco di Firenze, ai Gruppi consiliari del Comune di Firenze, ai Candidati sindaci di Firenze.

FIRENZE RINASCE DA SOTTO TERRA!

11 marzo 2009

Nel luglio scorso un sondaggio Ipsos interrogava gli Italiani su quali fossero i problemi da loro più sentiti. Il 17% vi includeva il problema della mobilità. La stessa domanda era poi rivolta ai fiorentini. Tra di questi, era ben il 92% ad includervi il problema della mobilità (traffico, assenza di parcheggi, mezzi pubblici inadeguati, manutenzione strada), facendolo risultare in assoluto il problema più sentito.

A questo deve rispondersi con una vera e propria “terapia d'urto” infrastrutturale.

Troppi anni di mancati interventi, di politiche di breve respiro, di errori, hanno trasformato Firenze in una trappola per topi. Costringere una buona fetta della cittadinanza fiorentina a trascorrere circa 2 ore della propria giornata in mezzo al traffico, vuol dire prolungare il loro orario di lavoro senza corrispettivo, vuol dire privarli di tempo produttivo, di tempo per la famiglia, per la cultura, per lo sport, per il volontariato; in breve, vuol dire incidere sulla qualità della vita delle persone.

Parallelamente, Firenze ha perso d'interesse agli occhi di turisti e di chi in passato vi organizzava convegni, manifestazioni, eventi, a causa del suo deficit infrastrutturale.

Una vera e propria cultura anti-progressista, il venir meno dell'idea del futuro e del senso della posterità, dell'impegno di lasciare alle generazioni che verranno un luogo migliore in cui vivere, sono il vero problema di fondo. Ed all'origine di tutto ciò una errata concezione della natura umana nella sua relazione con l'ambiente. Così l'uomo è visto come un elemento di ingombro, un accidente della natura, un qualcosa che si deve autolimitare per non essere nocivo all'ambiente, al passato, alla propria storia. Quasi che il Duomo, Palazzo Vecchio, le basiliche di Santa Croce, Santa Maria Novella, San Miniato, Palazzo Medici Riccardi, la Cappella Brancacci, il Bargello, non fossero altro che un dono della natura, invece che il frutto delle capacità umane messe a genio.

Questo comporta che per risolvere questo grave problema in cui versa Firenze, si debba procedere con una massiccia dose d'infrastrutturazione che passi principalmente per lo sfruttamento del sottosuolo. Ma una fase di questo tipo non può prendere avvio se non si dichiara un vero e proprio stato di crisi in merito alla mobilità fiorentina. Una legge ad hoc per Firenze (ma anche Roma e Napoli presentano il medesimo problema) diviene inevitabile se non si vuol costringere i fiorentini ad accontentarsi di una situazione che sarà sempre peggiore, ed a cui il progetto di tramvia non dà alcuna risposta sostanziale.

La tramvia non è infatti una soluzione. Tuttavia, dire no alla tramvia, no al sottopassaggio dell'alta velocità e no ad una generica “cementificazione”, senza dire però come si risolve il grave problema della mobilità fiorentina nell'epoca moderna, vuol dire di fatto non amare Firenze e non amare i fiorentini.

Una “terapia d'urto” infrastrutturale

La gravità della situazione sopra descritta non può essere risolta con il lancio di un progetto infrastrutturale a prescindere. La tramvia a Firenze è un'opera più dannosa che inutile. Chi avalla la scelta della tramvia trovando il conforto di quanto fatto da altre città europee, fa come colui che avendo notato la presenza di pescherecci nel Mare del Nord, volesse portarne in Arno per risolvere la carenza di pesce nei ristoranti fiorentini.

Firenze ha una tale complessità artistico-architettonica da imporsi un'azione al più alto livello dell'avanguardia tecnologica concessaci dall'attuale stato della scienza. Ma Firenze si presenta anche come un tutt'uno con i comuni limitrofi di Scandicci, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino, Bagno a Ripoli.

A Firenze, non manca semplicemente una rete per un trasporto pubblico di massa efficiente che funga da alternativa al mezzo privato; a Firenze mancano i posteggi che obbligano la città a trasformare le proprie piazze in garage, i propri percorsi viabili in labirinti a senso unico che allungano incredibilmente i percorsi; manca un sistema di smaltimento dei rifiuti che eviti il puzzo che si diffonde per le strette strade del centro; manca un moderno sistema di trasporto delle merci.

La complessità irripetibile di Firenze, ci obbliga allora ad avviare quattro importanti progetti, tutti centrati sullo sfruttamento del sottosuolo: 1) una metropolitana sotterranea; 2) nuovi posteggi sotterranei; 3) un sistema di smaltimento dei rifiuti ad aspirazione sotterranea direttamente collegato col termovalorizzatore; 4) un sistema di trasporto merci sotterraneo.

Questi ultimi due progetti sono già stati realizzati in diverse parti del mondo. Il sistema d'aspirazione dei rifiuti per esempio funziona già a Palma di Majorca, Copenaghen, Lisbona, Barcellona. Il trasporto merci sotterraneo si trova invece in fase sperimentale a Berlino, ed un innovativo progetto è stato sviluppato dall'università di Bochum.

La presenza di parcheggi sotterranei deve essere incrementata non solo nell'Oltrarno, ma anche lungo i viali di circonvallazione.

Le linee 2 e 3 della tramvia, nella parte in cui si pretende di farle passare da via Panzani, via Cerretani, piazza San Giovanni, via Martelli e, sdoppiandosi, da via Cavour, via La Pira e via La Marmora (per la 2), e da via dello Statuto fino a via Tavanti (per la 3), recano troppo danno alle altre forme di viabilità, divenendo così un sostituto coatto piuttosto che un'alternativa.

Una legge ad hoc per Firenze

Un progetto di questo tipo è altamente ambizioso, costoso e sviluppabile verosimilmente in un decennio. La sua realizzazione comporta due ordini di problemi: quello finanziario e quelli di ordine archeologico ed ambientale.

All'interno di un sistema che conteggia le spese per investimenti infrastrutturali nella spesa corrente, piuttosto che in un separato conto capitale, ogni progetto di ripresa è strangolato sul nascere.

L'economista e leader politico americano, Lyndon LaRouche, ha conteggiato che per gli Stati Uniti due trilioni di dollari in spese infrastrutturali sono sostenibili. Altrettanto deve poter fare il nostro sistema, pena altrimenti la condanna al sottosviluppo delle nostre popolazioni.

È fondamentale, in questa particolare fase, farsi trovare pronti con progetti come quello che qui è delineato.

Altrettanto, leggi in materia ambientale ed archeologica, hanno trasformato istanze meritorie di cui dover tener conto, in insuperabili barriere a danno della vivibilità cittadina.

Se il progetto andrà a singhiozzo, come è stato fatto per la linea 1 della tramvia fiorentina, non basterà un secolo per realizzarlo. La continua ricerca delle risorse finanziarie, il loro continuo differimento che obbliga l'impresa costruttrice a rallentare i lavori per evitare di trovarsi impossibilitata a coprire le spese per l'acquisto dei materiali e per la forza lavoro, impongono che l'amministrazione comunale sia nella costanza della disponibilità di risorse per far procedere i lavori h24, 365 giorni l'anno. Così, gli studi ambientali ed archeologici non possono godere del beneficio dell'illimitatezza temporale, perchè così facendo si antepongono indiscriminatamente alle esigenze della vita quotidiana delle persone.

In considerazione di tutto ciò, affinchè al centro dell'azione politica possa tornare l'uomo, urge: 1) dichiarare lo stato di crisi della mobilità di Firenze; 2) il ricorso ad una legge ad hoc che si sovraordini a quelle leggi che si sono rese funzionali a creare il disastro in cui la Città si trova oggi.

Si capirà bene che un'azione di questo tipo passa per il costante dialogo tra i vari livelli istituzionali, dove l'uno si arricchisce e dà forza all'altro, con l'unico obiettivo di migliorare la complessiva qualità della vita delle persone.

Claudio Giudici
Movimento Internazionale per i diritti civili - Solidarietà


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