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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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I prossimi conflitti religiosi d'ispirazione britannica nell'Asia Meridionale

9 maggio 2009 (MoviSol) - Per gestire una certa fase dell'evoluzione dell'Impero nel IV secolo d.C., Giuliano l'Apostata manipolò i diversi culti fino a impegnarli in inutili guerre di religione, ricorda LaRouche.

Quel modello è stato adottato da tutti gli imperi nelle varie fasi della storia, compreso l'Impero Britannico che a tale scopo creò i suoi servizi di intelligence. La sua adozione da parte del governo pakistano è una prova delle intenzioni delle forze regolari del Pakistan di coabitare con i Talebani.

Il recente Accordo della Swat Valley e la decisione di permettere ai militanti talebani di avvicinarsi incontrastati alla parte orientale della capitale Islamabad indicano, infatti, che l’Esercito Pakistano si sta preparando alla guerra religiosa, contando sulla collaborazione dei Talebani.

Il risultato di queste decisioni è un indebolimento della parte islamica moderata a vantaggio dei musulmani wahabiti, indottrinati dall'Arabia Saudita, per costituire un "Pakistan musulmano" adatto ad essere scagliato contro una "India induista". Dopo decenni di identificazione dell’India come proprio "nemico mortale", il Pakistan trova nei fanatici islamisti di parte talebana un partner migliore dei musulmani moderati e democratici.

A sud dell'India, d'altra parte, potrebbe scoppiare un altro conflitto, poiché a Colombo il governo dello Sri Lanka, dopo un'efficace azione di annullamento della minaccia rappresentata dalle terroriste Tigri del Tamil, sta subendo le pressioni "imperial-britanniche" dei Sangha affinché si costringa il paese a convertirsi al buddismo. Questa trasformazione potrebbe significare la migrazione di milioni di Tamil dall'isola negli stati costieri indiani del Tamil Nadu e del Kerala.


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