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Epidemia influenzale: la sanità pubblica viene prima degli interessi privati

28 maggio 2009 (MoviSol) - La pandemia di influenza sta di nuovo sfidando il principio sacrosanto della globalizzazione, secondi cui gli interessi privati come quelli delle multinazionali farmaceutiche, hanno il diritto intoccabile di guadagnare sulle medicine e le tecnologie richieste per salvare vite umane.

Ciò è emerso chiaramente alla riunione annuale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che si è aperta a Ginevra il 18 maggio, dove le nazioni in via di sviluppo hanno insistito che il mondo operi, come ha affermato il ministro della Sanità brasiliano José Gomez Temporo, sul principio che "la sanità pubblica deve precedere gli interessi commerciali".

Temporo ha chiesto che sia garantito l'accesso dei paesi in via di sviluppo alle tecnologie richieste per combattere il virus A-H1N1: la diagnostica per identificarlo, i vaccini per prevenirlo e le medicine per curarlo. I benefici del progresso tecnologico devono essere condivisi dall'intera comunità mondiale, specialmente nelle emergenze sanitarie, ha sottolineato. Egli ha offerto l'assistenza del Brasile per condividere le tecnologie farmaceutiche con altri paesi, come sta avvenendo in Mozambico dove si sta costruendo uno stabilimento di produzione di anti-virali con tecnologia brasiliana.

In quel contesto, il ministro brasiliano ha attaccato duramente le autorità olandesi, che hanno sequestrato numerosi carichi di medicine generiche prodotte da ditte farmaceutiche indiane indipendenti mentre transitavano in Olanda, dirette a paesi in via di sviluppo. Gli olandesi hanno usato il pretesto che si trattasse di contraffazioni di medicine protette da brevetto, e che quindi bisognasse applicare i diritti di proprietà intellettuale della WTO. Queste azioni non sono solo "eticamente e legalmente inaccettabili", ma esse minacciano anche le forniture di medicine necessarie ai paesi poveri.

Sostenuto da Messico, Argentina e altri paesi, il Brasile ha chiesto che tutti i progressi tecnologici nella diagnostica, nelle cure e nella prevenzione dell'A-H1N1 siano dichiarati "bene pubblico". Similmente, la Cina e la Thailandia hanno richiesto che i brevetti relativi all'influenza siano annullati, in modo che ognuno abbia accesso agli input richiesti.

In contrasto, il rappresentante speciale del Presidente Obama, Robert Loftis, ha difeso le ragioni dei liberisti, sostenendo la limitazione o l'eliminazione dell'Accordo di Trasferimento del Materiale Standard (SMTA), un documento che regola lo scambio di materiali relativi a virus e vaccini. Ciò ha provocato le reazioni delle nazioni in via di sviluppo, poiché in regime di globalizzazione l'SMTA è una delle poche protezioni che hanno contro il cartello farmaceutico, che riceve i campioni di virus, sviluppa il vaccino e lo brevetta per rivenderlo ai paesi poveri a prezzi esorbitanti.

Constatata l'impossibilità di raggiungere un accordo, la maggior parte dei paesi industrializzati ha proposto di lasciare trattare i temi contesi in "riunioni piccole e potenzialmente informali". Ma la manovra è stata battuta da un fronte unito dei paesi africani e sudamericani, a cui si è aggiunto qualche paese asiatico, organizzato da Brasile, Indonesia e India.

La riunione del WHO si è conclusa senza affrontare la necessità ineludibile di lanciare una mobilitazione su vasta scala per combattere vecchie e nuove pandemie generate dal collasso economico.


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