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Le locuste della Lazard di nuovo all'assalto del settore auto

4 giugno 2009 (MoviSol) - Il 29 maggio si è concluso il primo round dei negoziati sul futuro dell'Opel, che ha visto prevalere il consorzio austro-russo Magna-Sberbank sulla Fiat. Comunque, un vero e proprio accordo non è stato ancora firmato, e anche se giungesse in porto nelle prossime sei settimane, si preannuncia pregno di rischi e incertezze. La stessa Magna, che annovera la GM tra i propri clienti, ha accusato un calo di vendite del 46% nel primo trimestre del 2009.

Gran parte di queste incertezze derivano dal fatto che chi tira le fila sono interessi bancari che mirano a riorganizzare l'intero settore globale dell'auto, in modo che alla fine rimangano solo cinque o sei "global players". Il crollo dei due giganti USA Chrysler e GM apre la strada a questa ristrutturazione, che procede a ondate, con indiscrezioni e notizie smentite il giorno dopo, e con promesse non mantenute.

Non sorprende scoprire numerosi uomini della Lazard tra gli attori di questo dramma. Negli USA un ex banchiere Lazard, Steven Rattner, è stato nominato "Zar dell'auto" dell'Amministrazione Obama. Allo stesso tempo, troviamo funzionari della Lazard tra i consulenti del sindacato automobilistico UAW. E la settimana scorsa uno degli ex colleghi di Rattner alla Lazard, Kim Fennebresque, è stato nominato consigliere d'amministrazione della General Motors Acceptance Corporation. Rattner, con sostegno del capo dello staff della Casa Bianca Rahm Emanuel, è colui che ha licenziato Rick Wagoner, sostituendolo con Fritz Henderson a capo di GM. Henderson avrebbe un "canale speciale" con gli europei e si presume sia in grado di convincerli meglio di quanto potesse fare Wagoner. Rahm Emanuel ha un passato di collaborazione con l'ex capo di Lazard Bruce Wasserstein, nel fondo di investimento Wasserstein Perella.

Nel frattempo in Germania la banca Lazard (in passato presieduta dall'ex ambasciatore USA John Kornblum che rimane consulente), funge da consulente del governo nella "task force" incaricata di trovare acquirenti per l'Opel. All'inizio di maggio è entrata in scena l'ultima locusta Lazard: il fondo di investimenti statunitense Ripplewood, farcito di banchieri Lazard, che ha fatto la terza offerta per Opel dopo Fiat e Magna. Come la Fiat, anche Ripplewood si è ritirato.


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