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Franklin Delano Roosevelt e la Fed

5 luglio 2009 (MoviSol) - A seguito della nostra risposta ad un lettore ("L'Impero è americano o britannico?"), un altro lettore ci scrive anteponendo alla sua domanda un estratto di quella.

Il sistema di Bretton Woods, pur voluto da Roosevelt, dopo la morte di questi fu gestito come sistema "monetario" e non "creditizio", fino al suo scioglimento a alla creazione del sistema "monetario" della globalizzazione, basato sull'emissione monetaria cartacea PRIVATA.

Perché Roosevelt non ha rinazionalizzato la FED, cosi come è stato fino alla vigilia di Natale del 1914?

Distinti saluti.
Stefano Scuppa

Caro Signor Scuppa,

Per rispondere alla Sua domanda su Roosevelt e la nazionalizzazione della Federal Reserve, bisogna guardare l'effetto generale dell'intervento di Roosevelt e anche lo stato della battaglia politica in quel momento. È fuori di dubbio che il sistema della Fed abbia un ruolo "monetario" ma, guardate nel complesso, le azioni di Roosevelt hanno avuto l'effetto di neutralizzzare il potere indipendente della Fed, almeno in buona parte. Questo lo vediamo per esempio nella creazione di una serie di istituti governativi che fissarono di fatto la politica creditizia dello stato e portarono ad un livello massiccio di investimenti nell'economia in modo dirigistico. Guardando i nomi di questi istituti (Reconstruction Finance Corporation, Home Owners Loan Corporation, Works Progress Administration, Public Works Administration, Farm Credit Administration, Defense Plant Corporation) si capisce che l'intervento statale arrivò a toccare tutti i settori dell'economia. Lo stato autorizzò gli investimenti che avrebbero garantito la ripresa di attività essenziali e anche dell'occupazione in generale. La differenza rispetto alla politica seguita attualmente da Obama e Geithner è palese; oggi lo stato fa degli interventi sul sistema finanziario, sperando di fare ripartire i meccanismi di mercato; FDR intervenne direttamente nell'economia, di fatto tagliando fuori la finanza speculativa. Certo, fu creato molto debito pubblico, ma si creò una situazione in cui lo stato determinava la destinazione di credito emesso dalla mano pubblica, l'essenza di un sistema creditizio.

Inoltre, Roosevelt si trovò a fare la guerra con l'oligarchia finanziaria di Wall Street. La Commissione Pecora ebbe l'effetto di mettere Wall Street sulla difensiva, permettendo al governo di varare numerose leggi positive. Ma la battaglia non smise di essere combattuta per molti anni. Si ricordi che la Corte Suprema dichiarò incostituzionali alcuni provvedimenti e, come nota spesso Lyndon LaRouche in questo periodo, ci fu un attacco feroce a Roosevelt da parte della fazione finanziaria esemplificata dalla American Liberty League. Quel gruppo rappresentò le forze che appoggiavano apertamente il fascismo, dando il loro appoggio anche a Mussolini e Hitler. In quella situazione, in certi momenti Roosevelt si trovò sulla difensiva, tant'è che riprese la politica del "pareggio di bilancio" nel 1937, riducendo le spese statali e di conseguenza peggiorando di nuovo la situazione economica.

Visto in questo modo, possiamo capire che lo scontro fu aspro e che Roosevelt scelse in quale modo intervenire. Da puristi potremmo dire che senz'altro sarebbe stato meglio nazionalizzare la Fed. Ma gli interventi vengono decisi in un certo contesto, e i leader devono scegliere i fianchi migliori per raggiungere lo scopo.

Cordiali saluti,

La Redazione
MoviSol


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