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Mentre crolla il credito, gli hedge funds investono nell'iperinflazione

9 agosto 2009 (MoviSol) - I dati rilasciati dalla Banca Centrale Europea e da altre banche centrali nazionali il 22 luglio mostrano che il sistema finanziario è in fase di decomposizione, dopo aver vegetato in coma per due anni. Il volume dei crediti nell'Eurozona è sceso in media del 3,3% dal febbraio al maggio 2009, dopo essere cresciuto nominalmente per tutto il 2008 e nel gennaio 2009. Nei grandi paesi membri dell'EU, come la Germania, l'Italia e la Francia, il volume dei crediti alle imprese è caduto oltre la media: -5% per la Germania, -4,6% per l'Italia e -4,4% per la Francia. Nel caso dell'Irlanda, il crollo nominale del credito è stato dell'11,9%.

In cifre assolute, il volume dei crediti alle imprese si è ridotto di 16,3 miliardi di euro. Su base annuale, la tendenza è -5% per tutta l'Eurozona. Però le cifre reali sono ben peggiori, perché nei bilanci delle banche figurano agli attivi le cartolarizzazioni che prima erano tenuti fuori bilancio. Per cui, anche se si fanno meno cartolarizzazioni, averle ascritte a bilancio compensa il crollo reale del credito elargito.

A soffrire del crollo del credito sono principalmente le piccole e medie imprese. Ad una riunione della Confapi il 24 luglio a Roma sono state registrate grandi preoccupazioni per settembre, quando si teme che molte imprese non riapriranno. Inoltre, a settembre ci saranno le prime scadenze della cassa integrazione, per rinnovare la quale non ci sono i fondi. Infine, molti imprendiori hanno denunciato l'aumento costante degli spread bancari negli ultimi mesi, fino a raggiungere il 5,9%. Ci si è chiesti se il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, di cui si riconosce la competenza, riuscirà a andare oltre l'ottimismo di facciata adottato come linea propagandistica dal governo italiano.

Mentre le banche tagliano il credito all'economia, molti hedge funds fanno registrare la migliore performance trimestrale da un decennio. La clientela è tornata a investire negli hedge funds, facendo salire i titoli gestiti di oltre 142 miliardi di dollari nel secondo trimestre del 2009. Che vuol dire? Che le stesse banche che ricevono liquidità dalle banche centrali in cambio dei loro titoli tossici invendibili e tagliano il credito alle imprese, creano ulteriore "monnezza" investendo quei soldi negli hedge funds, che continuano a svolgere le stesse attività speculative di sempre, creando debito con meccanismi intrinsecamente iperinflazionistici.

Iperinflazione. Alcuni hedge funds ci investono perfino: in una discussione privata col nostro corrispondente, un trader che lavora nell'ufficio centrale del ramo speculativo di Societé Générale ha rivelato che "ogni singolo giorno noi discutiamo dell'iperinflazione". Concordando pienamente con la previsione, fatta da LaRouche, di un periodo di deflazione seguito da una fiammata iperinflazionistica a livello planetario, simile alla Germania del 1923, la fonte ha affermato: "Per noi, il dibattito non è più sul se, ma sul quando. Secondo le mie stime, il casino attuale può durare un altro anno, massimo due, e poi bang: esplode l'iperinflazione".

Tant'è vero che la cosiddetta "industria finanziaria" sta già investendo nell'iperinflazione! "Negli ultimi quattro mesi", ha confidato la fonte, "abbiamo elaborato una strategia con molti hedge funds per realizzare profitti dall'imminente iperinflazione. Io sto lavorando a questo. Sono contrario alla speculazione sul petrolio o sul cibo, che veramente danneggia la popolazione. Ma la speculazione sull'iperinflazione? Grandiosa".


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