Mappa del sito

Newsletter

Il CD di Solidarietà

© Copyright

Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
MoviSol.org
Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà

   

Nel 2005 Ezekiel Emanuel spiegò come l'attuazione del programma di eutanasia richiedesse un "simpaticone" come Obama

3 ottobre 2009 (MoviSol) - Contribuendo alla stesura del libro "Dimensioni etiche della politica sanitaria", pubblicato nel 2005 dalla Oxford University Press, Ezekiel Emanuel, attuale consigliere speciale sulla sanità del direttore del Bilancio di Obama, Peter Orszag, discusse di come fronteggiare la potenziale resistenza popolare al razionamento della Sanità. Nel capitolo "Paziente o popolazione: risolvere i dilemmi etici posti dalla cura dei pazienti, visti come membri della popolazione", Emanuel propose di porre fine al "tradizionale approccio sanitario di Ippocrate" e di adottare un sistema di riduzione dei costi "basato sulla popolazione". Si lamentò della "tradizione ippocratica dominante nella medicina", deprecando il fatto che ai medici, nel rispetto di tale tradizione, sia "inculcata la nozione che il loro primo dovere sia nei confronti del paziente che hanno in cura".

Tra i cambiamenti da lui suggeriti come necessari, vi sarebbe quello che permetterebbe alle casse mutue di coprire finanziariamente soltanto gli interventi su "malattie che abbiano una possibilità del 15% o superiore di essere curate completamente" oppure quegli interventi che "estendono la vita per [oltre] cinque anni". Così, se le statistiche specifiche della malattia di un dato paziente indicassero che la terapia non avrebbe una percentuale di successo superiore o uguale al 15%, oppure se fosse difficile farlo vivere ancora, ma meno di cinque anni, a tale paziente si dovrebbe negare la cura in grado di salvargli la vita.

Con grande candore Emanuel affermava che a differenza del passato, le "riforme" richieste oggi "non sono più orientate in senso social-liberale, ma sono conservatrici e attente agli affari. I loro propugnatori sono… leader accademici, consulenti e dirigenti con esperienza nelle organizzazioni di gestione sanitaria… [E tali] potenti sostenitori e forze finanziarie rendono la probabilità di successo più grande che mai".

Emanuel ammonì della possibilità che i cittadini potessero "insospettirsi", credendo i propri "sacrifici" a profitto altrui, e che potessero nascere delle "campagne pubbliche" di opposizione a tale cambiamento.

Propose perciò alcune tecniche e procedure per "placare i loro sospetti e riassicurarli sull'integrità del processo decisionale" responsabile della negazione della cura medica, insieme a sciocche proposte di "apertura" nel processo decisionale e di "partecipazione dei cittadini" nelle assemblee chiamate a decidere i tagli sanitari.

Emanuel prefigurò la necessità di avere un governo dal profilo "simpatico" per procedere con questo attacco diretto alla popolazione, visto che a ciò il regime di Bush Cheney non si confaceva. Ezekiel Emanuel scrive con una prosa involuta, diretta agli strateghi al soldo dell'alta finanza. Dopo essere stato attaccato per la sua difesa dell'eutanasia, Emanuel ha asserito, infatti, che soltanto le persone educate in filosofia, non le persone comuni, sarebbero qualificate per comprendere ciò che i suoi scritti davvero significano. Riletto oggi, quello scritto non può non suggerire che la figura di Obama calza a pennello nella descrizione di Emanuel.

Il libro si apre con un capitolo scritto da un vecchio fanatico dell'eugenetica e dell'eutanasia, Daniel Callahan. Egli sostiene che "molti sistemi sanitari nel mondo stanno subendo una crescente pressione economica che li costringe ad una varietà di riforme che richiedono delle forme (comunemente mascherate) di razionamento e di riduzione delle cure mediche".

Callahan chiede che l'idea di curare una malattia, specialmente presso gli anziani sia sostituita con quella delle "cure palliative" e l'attesa della morte. Nel vecchio sistema, scrive Callahan, "il problema principale è un pregiudizio a favore della cura, che è… vista come l'obiettivo massimo… [e] ha portato all'impiego di una sproporzionata quantità di denaro nella ricerca biomedica, anziché nella ricerca comportamentale … e ad un'enfasi nella pratica clinica dei trattamenti, piuttosto che nell'educazione del paziente". Soprattutto, "è un errore permettere che il beneficio individuale sia la verifica finale di una politica di successo".

Viene da domandarsi se il fascismo non aiuterebbe.

Callahan scrive: "L'impostazione di [nuovi] obiettivi è… possibile in modo più considerevole quando c'è un controllo governativo centralizzato della politica [sanitaria]. In altre parole, in un sistema chiuso. In una società come gli Stati Uniti, infatti, in cui è presente, in assenza di un'autorità centrale, una miscela tra sistema sanitario pubblico e sistema privato, l'impostazione esplicita di obiettivi è quasi impossibile…"

Dal libro si capisce perché Daniel Callahan, dirigente della Società Eugenetica e fondatore dell'Hasting Center (altro centro di propaganda dell'eutanasia), elesse Ezekiel Emanuel al rango di fellow di questa organizzazione, e perché questi uomini siano ora alla testa della macchiana maltusiana nota come Obamacare.


[inizio pagina]