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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Si impenna la disoccupazione
nella "ripresa" di Obama

13 novembre 2009 (MoviSol) - Il 6 novembre l'Ufficio delle Statistiche del Lavoro (Bureau of Labor Statistics, BLS) ha pubblicato le cifre della disoccupazione negli Stati Uniti per il mese di ottobre. Mentre la percentuale ufficiale ha raggiunto il 10,2%, ovvero 15,7 milioni di individui, il numero vero potrebbe essere il doppio.

Ma perfino le statistiche ufficiali ci dicono che l'economia USA ha perso tra 1 e 1,5 milioni di posti di lavoro da quando "la recessione è finita ed è iniziata la ripresa" a giugno, come vorrebbe dire la Casa Bianca. Dall'inaugurazione di Barack Obama, 5-5,2 milioni di posti sono stati persi, e da quando è stata varata la legge di "stimolo" sono stati persi oltre 400.000 posti nell'edilizia e oltre 400.000 posti nelle manifatture.

Il presidente non riesce a spiegare questa impennata, in quanto i suoi consiglieri, come Larry Summers e Peter Orszag, gli avevano assicurato che la disoccupazione non sarebbe andata oltre il 7.8% una volta varata la legge di stimolo. L'unica risposta data dal presidente e che la legge che proroga i sussidi di disoccupazione per 14 settimane deve essere considerata una misura che crea lavoro! E che anche la proroga di altri otto mesi degli incentivi fiscali per chi acquista la casa creerà altro lavoro.

La realtà è che le cifre sulla disoccupazione confermano il collasso economico finanziario che Lyndon LaRouche aveva previsto per ottobre (cfr. Strategic Alert 33/09). L'indagine a campione del BLS dice che 190.000 posti di lavoro sono stati eliminati dalle grandi imprese nel mese di ottobre, ma secondo l'indagine demografica mensile dello stesso BLS, la disoccupazione è aumentata di 558.000 unità nello stesso mese. La discrepanza è dovuta a due metodi diversi di indagine e alle manipolazioni statistiche.

La proposta di LaRouche per una riorganizzazione fallimentare del sistema bancario e monetario e un nuovo sistema creditizio per finanziare le infrastrutture rappresenta l'unico modo per fermare tale collasso.


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