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La crisi del debito sovrano si allarga

4 febbraio 2010 (MoviSol) - Nonostante l'intervento della "mano invisibile" della BCE per salvare i titoli di stato greci il 25 gennaio, attraverso un acquisto da parte di banche private, la crisi del debito sovrano nell'Eurozona continua ad allargarsi. Un'ondata massiccia di speculazione investe i titoli greci, spagnoli, portoghesi e irlandesi, provocando un aumento quotidiano nel loro spread, considerato in relazione al rendimento delle obbligazioni di stato tedesche. Questo significa che aumenta il costo del rifinanziamento di quel debito. La Grecia è riuscita a collocare l'ultima emissione, ma solo offrendo un rendimento annuale del 6,2%. Il paese non può sostenere a lungo quei costi del debito.

Come nel 1992, quando George Soros guidò l'attacco speculativo contro la sterlina inglese e la lira italiana, gli speculatori scommettono al ribasso sulle obbligazioni greche, spagnole, portoghesi, irlandesi e italiane (il gruppo di paesi che i razzisti britannici chiamano "PIIGS"). Tutti questi paesi, salvo l'Italia, hanno un deficit tra 6 e 10 punti sopra il limite del 3% imposto dal trattato di Lisbona. È praticamente impossibile ridurre questi livelli, come viene invece richiesto dall'Unione Europea; farlo significherebbe ricorrere a prestiti dall'esterno, la cui emissione è vietata in condizioni normali per gli Stati Membri e per la BCE.

Tuttavia, l'UE ha deciso che, per salvare l'euro, questi paesi devono essere distrutti. Francia e Germania stanno preparando un pacchetto di salvataggio, da essere varato a condizione che la Grecia distrugga la propria economia. La prossima della serie è la Spagna. Con un deficit dell'11,4%, per la prima volta lo spread sulle obbligazioni di stato spagnole ha superato quello sulle obbligazioni italiane la scorsa settimana.

Anche i titoli di stato triennali italiani hanno sofferto la scorsa settimana, e il governo ha deciso di venderne una quantità leggermente minore per evitare di pagare un sovrapprezzo. Il deficit italiano è relativamente basso, circa il 5%, ma il debito è il terzo nel mondo, 115% del PIL. Il deficit del Portogallo è al 9,3%, quello dell'Irlanda all'11,5%. La decisione folle di perseguire la riduzione del deficit nella tempistica dettata dall'UE – entro il 2011-2013 – fornisce agli speculatori un parametro di riferimento, e potendo utilizzare i derivati dispongono di una leva finanziaria superiore a quella degli stati sotto attacco. Ironicamente, le munizioni stesse vengono fornite dalla BCE, che accetta i titoli di stato come garanzia per le emissioni di contanti!


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