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LaRouche chiede l'evacuazione di massa per salvare gli haitiani

3 marzo 2010 (MoviSol) - Il 22 febbraio, Lyndon LaRouche ha chiesto una immediata mobilitazione per assicurare che gli Stati Uniti lancino una campagna per l'evacuazione di un milione di haitiani che vivono in condizioni disumane a Port-au-Prince, e il loro trasferimento in zone sicure prima dell'arrivo della stagione umida, in aprile. Le forze armate USA, e in particolar modo il genio militare, sono perfettamente capaci di una simile mobilitazione, l'unica cosa che potrebbe evitare una nuova ondata di vittime a causa delle epidemie. Infatti, con la stagione delle piogge, Haiti presto si troverà nelle condizioni in cui si diffonderanno il dengue, il colera, la malaria, il tifo e altre epidemie micidiali. Anche prima del terremoto non esisteva alcun depuratore nel paese.

A pochi giorni di distanza dalla proposta di LaRouche, questa newsletter è stata informata da fonti attendibili del fatto che una proposta di evacuazione di massa è stata presentata all'amministrazione Obama, da parte dei responsabili dell'intervento ad Haiti. Le fonti riferiscono che il Presidente avrebbe risposto con un sonoro "no".

Un tale rifiuto della responsabilità di aiutare la popolazione di Haiti non può essere accettato, ha risposto LaRouche. Se Obama blocca l'azione necessaria per salvare Haiti, egli deve subire l'impeachment. Ci troviamo in una corsa contro il tempo.

Secondo LaRouche dovrebbe esserci un programma d'urto guidato dal genio militare, per costruire abitazioni provvisorie, ma con tutti i comfort, per il trasferimento di emergenza. Le aree disponibili ad Haiti sono numerose, basta prendere la decisione. Trasferire circa una milione di residenti di Port-au-Prince che attualmente vivono nel fango, senza ripari adeguati, elettricità e di fatto alcuna infrastruttura, è il solo modo per assicurarne la sopravvivenza. Inoltre, l'evacuazione permette di liberare le aree necessarie alla ricostruzione della capitale, ora sommersa dalle macerie.

Scandalosamente, si sta riducendo l'attuale dispiegamento ad Haiti delle forze armate USA, dell'Onu e di altre organizzazioni, con la scusa che le condizioni stanno migliorando. Invece, i testimoni parlano ancora di condizioni disperate, come l'inaffidabilità dei rifornimenti di cibo e acqua, la sospensione delle operazioni di salvataggio e la riduzione delle installazioni mediche.

Il terremoto che ha colpito il Cile il 27 febbraio sottolinea ancora una volta la necessità che gli Stati Uniti mobilitino le sue vaste capacità infrastrutturali per aiutare i propri vicini.


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