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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Le Idi di marzo di Obama

17 marzo 2010 (MoviSol) - Lyndon LaRouche ha iniziato la sua webcast del 13 marzo a Washington con queste parole: "Questa è un'occasione insolita, e la tratterò come tale. Ci troviamo sull'orlo non della perdita, ma della sostituzione di un presidente in carica. Qualcuno parla di 2012, ma "2012" è una parola in codice per "2010". E il 2010 non significa dicembre, perché il ritmo degli sviluppi è tale oggi che è dubbio se questo Presidente rimarrà in carica fino ad aprile! Questo tipo di cose non è esattamente prevedibile. Ciò che si può prognosticare e ciò che si può prevedere sono due cose diverse".

LaRouche ha continuato ricordando il momento storico del 7 dicembre 1941, quando i giapponesi attaccarono Pearl Harbor. L'atteggiamento del popolo americano cambiò istantaneamente, e ci fu la ressa agli uffici di reclutamento per andare volontari in guerra. "Quello fu l'inizio di una nuova era". E oggi ci troviamo in una situazione simile".

Obama deve lasciare la presidenza, ha spiegato LaRouche, perché "se gli si permette di mantenere i poteri della presidenza, anche in forma residua, egli causerà la distruzione degli Stati Uniti. Siamo in un punto cruciale della nostra storia in cui tale distruzione è imminente".

In che forma potrebbe avvenire la sostituzione di Obama? "Non lo sottoporremo veramente all'incriminazione (impeachment). Arriveremo al punto in cui egli deve essere incriminato. E allora, un bel giorno, alcuni maggiorenti percorreranno il corridoio che li porta all'ufficio di un certo personaggio degli Stati Uniti. E alla fine di quel incontro, egli se ne andrà, come Richard Nixon", che si dimise dalla presidenza quando si accorse che stava per essere incriminato.

Non si incrimina il presidente con il voto, ma "lo si incrimina con un'azione di massa: uno stato d'animo nella popolazione, della maggioranza della popolazione che dice: 'se ne deve andare'! e quando il popolo, con motivazioni giuste, pensa che questo presidente 'se ne deve andare', egli se ne deve andare. Il popolo, calandosi nelle vesti delle Erinni, gli angeli neri dell'antica Grecia che scendono dal cielo per portarsi via il reprobo, si muoverà. Sto aspettando il momento che percorrano quel corridoio, scure in volto, determinate. Un gruppo di persone che convinceranno questo presidente ad andarsene!"

Quando alcuni democratici pensano di scalzare Obama nel 2010, o di avviare una procedura formale di impeachment verso la fine di quest'anno, la cosa principale è che parlino di estrometterlo, ha osservato LaRouche. "Questa è la loro intenzione, e a un certo punto quell'intenzione, per quanto debole, si cristallizzerà".

Nel corso della conferenza e anche nei giorni precedenti, molti democratici hanno chiesto se non fosse possibile e desiderabile, per il partito e la nazione, evitare un processo di impeachment, e invece assicurarsi che i "Chicago boys" e il team economico di Obama vengano epurati. LaRouche ha risposto: "Non mi importa del partito democratico come tale. Io sono americano, e il mio punto di vista è che i partiti politici debbano essere strumenti che promuovono il tipo di discussione e di dibattito necessario […] Se il criterio è quello di dare la precedenza al partito, non si è patrioti. E questo è il problema della funzione del congresso e dei partiti".


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