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Movimento Internazionale per i diritti civili – Solidarietà
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Il mese critico di luglio

9 luglio 2010 (MoviSol) - Parlando su LPACTV il 30 giugno, Lyndon LaRouche ha sottolineato la natura politicamente e finanziariamente critica delle prime due settimane di luglio. A meno che non avvenga una riforma del sistema internazionale nella direzione di Glass-Steagall, ha affermato, "ci avviamo verso l'orlo del burrone". Da metà luglio in poi "avremo raggiunto un punto di collasso generale con reazione a catena nel sistema transatlantico, che se continua, porterà al collasso del sistema mondiale".

Il 1 luglio era la scadenza per il rimborso di 442 miliardi di euro che la Banca Centrale Europea (BCE) aveva elargito in prestito annuale alle banche europee per evitarne il collasso. Le banche hanno potuto rimborsare solo il 40% del prestito, e rifinanziando il resto ancora con denaro della BCE, in parte con scadenza a 6 giorni!

Il 30 giugno, la BCE ha concesso 132 miliardi di euro in prestiti a tre mesi e all'1%. Ma la trasfusione era evidentemente insufficiente a permettere il giro di boa, così che il giorno dopo la stessa BCE ha concesso altri 111 miliardi in prestiti a 6 giorni. In altre parole è stato elargito in 48 ore un totale di 243 miliardi solo per permettere alle banche di sopravvivere poche settimane o pochi giorni.

Questo non impedirà che ben presto le crepe appaiano alla superficie. Poiché la crisi europea è in primo luogo una crisi bancaria e solo in secondo luogo una crisi del debito sovrano, l'attenzione si concentra sulla Spagna, dove il sistema bancario si regge sulla gigantesca bolla del carry-trade brasiliano che gonfia i bilanci del Banco Santander. In un rapporto confidenziale, Bank of America Merrill Lynch ha scritto che la crisi del debito spagnolo potrebbe esplodere nei prossimi due-tre mesi. Il rapporto, pubblicato dal giornale spagnolo Expansion, nota che "c'è il rischio serio che la Spagna debba ricorrere al pacchetto di aiuti europeo da 750 miliardi di euro". Però, una richiesta di salvataggio dalla Spagna sarebbe estremamente controversa, e potrebbe far cadere il governo. Il rapporto menziona la possibilità che anche l'Italia debba chiedere un salvataggio e che potrebbe esserci una rottura tra Francia e Germania.

Nel frattempo, il lancio del Fondo di Stabilità Finanziaria Europeo (EFSF) da 440 miliardi, che sarebbe la rete di salvataggio per la Spagna e altri membri dell'UE, viene ritardato dalla Slovacchia, perché i partiti della coalizione di governo hanno svolto una campagna contro i salvataggi. Il contributo della Slovacchia sarebbe di soli 4,4 miliardi e l'EFSF potrebbe partire anche senza Bratislava, ma sarebbe un cattivo segnale politico.

Ma anche se l'EFSF fosse operativo non potrebbe tamponare granché. La crisi bancaria spagnola rappresenta una minaccia sistemica ben più grande della Grecia. L'intero sistema europeo è cotto e non può essere salvato. L'unica soluzione è separare la parte speculativa del sistema bancario da quella commerciale, congelare la prima e salvare la seconda.


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